Le fiamme, improvvise e impietose, hanno aggredito il tetto della facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia, estendendosi con furia distruttiva ai laboratori sottostanti. In pochi attimi, l’area della ricerca scientifica è stata avvolta da un caos incandescente.
Il cielo annerito da fumo denso, lingue di fuoco che si alzavano minacciose, e l’urlo delle sirene in sottofondo. Lo scenario di distruzione ha scosso profondamente studenti, docenti e cittadini. Tre edifici vicini e un albergo sono stati rapidamente evacuati, nel timore che l’incendio divorasse tutto.
Fortunatamente nessun ferito
Non si contano vittime né feriti, solo alcune persone lievemente intossicate, ma la battaglia contro l’incendio è stata complessa. I vigili del fuoco, intervenuti con tempestività e dotati di mezzi speciali, sono stati impegnati con un nemico instabile e insidioso, affiancati da rinforzi giunti da Roma e Terni. L’incendio si è subito rivelato un incubo logistico e operativo.
Presidiata l’area e porte e finestre chiuse
Le autorità hanno lanciato un monito severo: “Non avvicinatevi alla zona colpita.” Il Comune di Viterbo ha disposto il blocco degli accessi all’ateneo, mentre la polizia locale era impegnata a sorvegliare il perimetro di un’area che adesso sembra una zona di guerra. Ai residenti in un raggio di un chilometro è stato intimato di lasciare ben chiuse porte e finestre per difendersi da esalazioni potenzialmente tossiche.
Anche l’Arpa Lazio è naturalmente giunta sul campo con l’installazione di un campionatore per misurare la qualità dell’aria e accertare i rischi ambientali. Nel laboratorio erano conservate sostanze altamente infiammabili, tra cui 500 litri di etanolo e bombole di protossido di azoto.
Le istituzioni
Il Ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, ha espresso profonda solidarietà al rettore Stefano Ubertini e a tutta la comunità accademica. Ha promesso pieno sostegno per superare questa emergenza e garantire la continuità delle attività accademiche, oggi ferite ma non spezzate.
L’assessore regionale Luisa Regimenti ha parlato di “profonda apprensione” e ha trasmesso la propria vicinanza al rettore, ai docenti e agli studenti. “Abbiamo evitato una tragedia umana – ha dichiarato – ma ciò che è andato perduto rappresenta un duro colpo per l’intero sistema universitario del Lazio”. Regimenti ha poi ringraziato tutte le forze dell’ordine e i soccorritori.
Cause del rogo
Le indagini sulle cause del rogo sono comunque ancora in corso anche se la dinamica è ormai stata delineata. Secondo i primi rilievi, le fiamme sarebbero divampate dall’impianto fotovoltaico, per poi coinvolgere l’intera struttura universitaria. in particolare era in corso la posa di una guaina. Da lì sarebbe scaturito l’incendio che si è allargato al laboratorio sottostante. Inizialmente, un operaio al lavoro sul tetto della palazzina dove è scoppiato l’incendio, risultava disperso, ma è stato ritrovato.
Aperta un’inchiesta
La Procura di Viterbo ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti. Le indagini dovranno accertare se la posa di una guaina con l’utilizzo di una fiamma ossidrica, fosse autorizzata.
Fra le aule silenziose e le pareti annerite, si respira un dolore collettivo: quello per una ferita inferta a un luogo che per molti rappresenta casa, sapere, futuro. Un tempio della conoscenza messo in ginocchio dal fuoco, ma non dalla rassegnazione.
Foto tratta da video sul web