Consiglio di Stato sospende sentenza Tar, torna efficace ordinanza Gualtieri

Consiglio di Stato ribalta sentenza Tar

Uno scontro tra poteri

È stato il Consiglio di Stato, con un colpo di scena degno delle migliori tragedie istituzionali, a rovesciare i giochi. Con un provvedimento d’urgenza ha congelato la sentenza del Tar dello scorso 8 aprile. Ridando così efficacia all’ordinanza firmata dal Commissario straordinario per il Giubileo, il sindaco Roberto Gualtieri. L’ordinanza aveva imposto un aumento significativo delle tariffe d’ingresso per i pullman turistici nella Zona a traffico limitato semicentrale.

Perché penalizzare i bus turistici

Una scelta destinata a riscrivere la geografia del turismo capitolino, tentando di alleggerire la pressione su un centro storico ormai al collasso e spingere i mastodontici mezzi verso le periferie. Non si era quindi trattato di un capriccio ma l’inevitabile conseguenza di una situazione ormai insostenibile. Ma quella mossa, giudicata ostile da un’intera categoria, ha scatenato la rivolta degli operatori del settore, che si erano rivolti al Tar ottenendo, almeno per un po’, una vittoria simbolica.

Adesso, però, si torna al punto zero: il semicentro (Ztl B) torna ad essere territorio costoso, mentre le zone più esterne (Ztl A) offrono costi più contenuti. L’obiettivo è chiaro e intransigente: “allontanare i bus dai luoghi sacri della memoria romana”.

Un conflitto a colpi di carte bollate

I giudici del Tar hanno accolto le ragioni degli operatori turistici che hanno definito la misura: “sproporzionata e irragionevole”. Hanno quindi bloccato l’ordinanza del Comune di Roma. Questo ha invalidato qualsiasi differenza tra Ztl A e Ztl B, impedendo un esborso maggiore ai bus che si fossero portati a Roma Centro. La vittoria però è durata poco: il Consiglio di Stato, interpellato dallo stesso Commissario Gualtieri, ha ribaltato il verdetto in nome del bene di una città sull’orlo della paralisi. Il centro deve respirare, ha sentenziato.

Il ritorno delle tariffe

Si tratta di una vittoria provvisoria per le istituzioni capitoline, una prima battaglia conquistata in un conflitto destinato a durare fino al verdetto finale atteso il 9 ottobre 2025. Nel frattempo, si torna alle regole imposte dal piano straordinario. Ingressi più onerosi per chi si avvicina ai monumenti-simbolo della città eterna, sconti per chi si ferma nelle periferie. Un deterrente calcolato, pensato per scoraggiare l’assalto quotidiano a San Pietro, al Colosseo, a piazza Venezia…

Un dilemma irrisolto

Ora però c’è una domanda sospesa come una minaccia: come trasportare i turisti dai parcheggi decentrati, ai luoghi iconici della città? Gli esperti alzano le mani e ammettono: “Senza un piano per la mobilità alternativa, tutto rischia di trasformarsi in una tassa camuffata, più che in una cura al traffico”. Occorrono navette, bus dedicati, un trasporto pubblico degno di una capitale mondiale. Senza queste risposte, Roma rischia di restare prigioniera delle sue stesse ambizioni.

Foto: Sito Istituzionale di Roma Capitale