A Primavalle 500 case popolari occupate ma nessuno sgombero

Nei palazzi di edilizia popolare del quartiere Primavalle, nel XIV Municipio della Capitale , sarebbero oltre 500 le persone che vivono in case occupate abusivamente. Occupazioni che sono “attive” da anni, sulle quali, nessuno ha avuto il coraggio o la volontà di intervenire. Le cifre sono impietose, e l’Ater, l’ente regionale per l’edilizia pubblica, lancia un nuovo disperato appello: il sistema sta crollando sotto il proprio stesso peso.

La commissione capitolina sul Patrimonio

L’ultima occasione per affrontare l’evidente anomalia arriva durante una commissione capitolina sul Patrimonio, convocata dal presidente Yuri Trombetti. Ma più che parlare, lì si ascolta il rumore dei numeri, secchi e inconfutabili. 520 occupanti irregolari dichiarati, 450 affittuari morosi, e una morosità che dilaga anche tra chi ha chiesto di regolarizzare la propria posizione. A pagare non ci pensa quasi nessuno e chi è in regola, può solo attendere. E attendere ancora.

Dall’Ater la sensazione è un misto di rassegnazione e indignazione

Ponziano Follega, dirigente Ater commenta desolato: “La realtà è sotto gli occhi di tutti, si può occupare una casa illegalmente e non accade nulla. È un messaggio devastante per chi crede nella legalità”.

Gli sgomberi sono notificati ma restano fermi

Nel frattempo, sul quartiere permane l’inerzia. I 70 decreti di sgombero notificati di recente non sono che carta spenta. “Atti dovuti”, come li chiama il commissario straordinario Orazio Campo, che giacciono, inascoltati, in qualche cassetto della Prefettura. Nessuno li applica. Nessuno li pretende.

La realtà

E così, la verità affiora, cruda e innegabile: a Primavalle, chi occupa resta, chi paga si sente tradito. Ma chi avrà mai il coraggio di sfrattare famiglie in difficoltà, magari con bambini piccoli? E chi si muove contro gli “abusivi di lusso”, quelli che girano in SUV e da anni non versano un centesimo? “Dobbiamo distinguere – avverte Trombetti – tra chi è fragile e chi approfitta del caos. Servono interventi chirurgici, non alla cieca”.

Un disagio non nuovo

La condizione surreale di Primavalle non è un male nato ieri. Due anni fa, nel giugno del 2023, uno sgombero scosse il quartiere. Famiglie con minori lasciate per strada, tensioni esplose, cortei improvvisati, e una lettera del PD al prefetto, che chiedeva un “protocollo anti-sfratti”. Un’idea che sembrava salvifica, poi evaporata nell’indifferenza.

“Ora basta – insiste l’assessore municipale Simone Conte – serve un tavolo vero, stabile, con Ater, Comune, Municipio e Prefettura. Prima che il silenzio diventi la normalità”.

foto: facebook.com/lecasepopolari