Associazionismo. 3 Dicembre 2020, la “Rete Italiana Disabili” scende in piazza

Dal luglio del 1993 il 3 dicembre è diventato anche Giornata Europea delle Persone con Disabilità, per sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e per allontanare ogni forma di discriminazione e violenza.

Ma chi sono i disabili?

Partendo dai problemi esistenziali si possono suddividere i portatori di disabilità in quattro categorie fondamentali:

  • portatori di disabilità sensoriale: sono disabilità che riguardano i sensi (vista, udito, ma anche tatto, gusto, olfatto)
  • portatori di disabilità motorie: riguardano la motricità e l’efficienza degli organi delle parti del corpo deputati al movimento,
  • portatori di disabilità intellettive: riguardano le abilità che possono essere verificate attraverso il Q.I.: rapporto tra età cronologica ed età mentale del soggetto; alle disabilità intellettive si possono assimilare anche i disturbi specifici dell’apprendimento (es: dislessia, disgrafia, discalculia, ecc.);
  • portatori di disabilità psichica: Riguardano i problemi psichici e relazionali e i problemi psicologici

In ogni disabilità si possono distinguere gradi di invalidità: lieve, medio, grave, gravissimo.

La disabilità è sempre visibile?

Non tutte le disabilità si manifestano con l’uso di una carrozzina, risultando assolutamente invisibili. “Coloro che soffrono di problemi alle articolazioni possono non dover usare ausili per la deambulazione ogni giorno o non usarne affatto, ma anche in questi casi si parla di disabilità.”

Il malato invisibile è costretto a giustificarsi ed a spiegare che cosa gli accade, vedendo costantemente messa in dubbio la propria credibilità; è qualcosa che porta grande disagio e lo costringe a vestirsi di umiliazione.

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Verso il 3 Dicembre 2020…

La Rete Italiana Disabili – www.reteitalianadisabili.orgscende in piazza Montecitorio, per richiedere l’aumento delle pensioni in carico agli invalidi parziali. Al giorno d’oggi ammonta a 285 euro, dichiarato irrisorio dalla Corte Costituzionale. “largamente insufficiente a garantire il soddisfacimento dei bisogni primari della vita”. Inoltre, si chiede di rivalutare la legge 68/1999 -legge del lavoro- de facto, questa legge non trova applicabilità. Chiediamo più sicurezza e certezza per l’assunzione di lavoro.

I due punti sopraelencati abbatterebbero come effetto domino le barriere architettoniche presenti in società.

A questo punto direte: e io che posso farci? Non c’entra l’argomento con la mia vita di tutti i giorni …  E, invece, non è vero! Questi “gap” hanno radici profonde, derivante dalle piccole azioni quotidiane. Non si parla solo di leggi e di Governo, si parla di tutti noi.

Abilismo:

è questo il concetto da cui tutto nasce. L’abilismo è l’atteggiamento discriminatorio nei confronti delle persone con disabilità. Anzi, questo modo di pensare parla di disabili, non di persone con handicap. Infatti, questo comportamento descrive le persone definendole unicamente per la loro disabilità, come se queste fossero l’incarnazione delle caratteristiche della medesima. È chiaro che rimangono quindi legate a stereotipi che non lasciano trasparire tutto quello che c’è dietro la mera invalidità.

Non c’è da stupirsi se ancora oggi si scende in piazza per diritti fondamentali, se ci sono ancora persone che non si rendono conto che le parole hanno un peso.

In questo scenario, oltre a non essere identificate come vere e proprie persone, vengono etichettate a priori come “guerrieri”, “eroi”, ”angeli”, privandoli completamente della loro persona.

Foto di alexandre saraiva carniato da Pexels

Perché una persona con una disabilità è coraggiosa? Per mille motivi, ma sicuramente non grazie alla sua disabilità.

Se pensate di non c’entrare in tutto questo, fatevi 4 semplici domande.

Hai mai provato ammirazione o ti sei mai complimentato con una persona diversamente abile per azioni che può compiere semplicemente, come lavorare o cucinare?

Hai mai usato metafore che coinvolgono una disabilità (esempio: sei un malato mentale)?

Hai mai chiesto a una persona il perché della sua disabilità senza neanche conoscerla e senza averle chiesto se le desse fastidio parlarne?

Hai mai escluso una persona per una sua invalidità, pensando fosse (erroneamente) per il suo bene?

Hai mai escluso a priori di non aver fatto azioni abiliste, solo per minimizzare l’argomento, per poi renderti conto che effettivamente l’hai fatto nella tua vita? Tipo adesso?


Ringraziamo la sig.ra Isabella Dattile, organizzatrice dell’evento; la sig.ra Valeria Salazar Casanova collaboratrice della Rete Italiana Disabili e i ragazzi del Movimento Civico “Italia del Futuro” di Modena per aver collaborato all’articolo.


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