Cassa Integrazione, quali rischi per chi non l’ha ancora ricevuta?

In materia di Cassa integrazione, l’INPS ha voluto far chiarezza sulle procedure di pagamento, ma ha aperto ampi ventagli di preoccupazione per coloro a cui non è stata ancora riconosciuta. In particolare, il 14 giugno, l’ente ha annunciato che le operazione erano sostanzialmente completate per il pagamento delle integrazioni salariali a favore dei lavoratori contenuti nelle denunce SR41 regolarmente presentate dalle aziende fino al 31 maggio scorso.

Nel dettaglio, su un totale di 2.343.389 domande ne sono state completate 2.314.435: questo significa che dovrebbero mancare all’appello meno di 40.000 lavoratori, per i quali comunque la cassa integrazione dovrebbe essere liquidata a breve. Ma il vero problema è legato al fatto che coloro che attendono la cassa integrazione sarebbero ben di più rispetto alle cifre ufficiali: il rischio è che l’INPS possa non occuparsi più della domanda, facendo gravare il pagamento della cassa integrazione sulle aziende.

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Per riuscire ad avere una risposta bisogna come innanzitutto far luce sulle novità introdotte dal nuovo decreto sulla cassa integrazione che ha aggiunto altre quattro settimane nel monte complessivo a disposizione delle aziende. Tra le novità del nuovo provvedimento c’è quella che salvaguarda l’INPS da eventuali ritardi procedurali. In particolare, si è stabilito che l’INPS non debba pagare la cassa integrazione – che graverà sull’azienda stessa – nel caso in cui questa, dopo aver presentato una prima richiesta contenente degli errori che hanno reso impossibile la liquidazione del contributo, non presenti una seconda istanza – corretta come da indicazioni dell’INPS – entro il termine dei 30 giorni. In caso contrario, sarà l’azienda a pagare direttamente. In tal caso, spetta comunque all’azienda inviare una nuova richiesta entro i 30 giorni suddetti; se questo termine verrà sforato non c’è comunque alcun rischio per il lavoratore il quale in un modo o nell’altro percepirà quanto di diritto, o dall’INPS o dall’impresa stessa.

L’INPS intanto sta completando le procedure per la liquidazione delle domande di cassa integrazione presentate lo scorso mese. Per coloro che nei prossimi giorni non riceveranno quanto atteso, è possibile che le ragioni vadano ritrovate in un vizio amministrativo che ne ha bloccato la domanda: in questo caso, spetta all’azienda inviare un nuovo SR41 corretto, mentre il lavoratore dovrà attendere.

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Attraverso questa nuova modalità, l’INPS ritiene di aver eliminato le problematiche delle richieste sbagliate e presentate in ritardo, due delle cause principali dei ritardi nei pagamenti della cassa integrazione. Con le regole modificate, vedremo se i tempi verranno ridotti.