Il virus viene trasportato dallo smog, ora è ufficiale

A svelarlo uno studio condotto da Sima,  ricercatori dell’Università di Bari, Bologna e Trieste, e dell’ateneo di Napoli “Federico II”

Quello che era un dubbio, che tra le altre cose era stato stigmatizzato potrebbe essere ora una conferma, il virus si propaga nell’aria con l’inquinamento.

Gli studi condotti da Sima hanno potuto dimostrare la presenza del Covid-19 sulle particelle di particolato inquinante (PM), questo potrebbe anche spiegare il perché di una diffusione tanto rapida e letale nelle città industriali del Nord.

Come ha spiegato il presidente del Sima, rilasciando dichiarazioni all’Agi, ora la ricerca deve continuare per contrastare il fenomeno ed evitare una nuova epidemia.

Nella precedente ricerca le tracce di RNA sono state trovate analizzando 34 campioni prelevati da diversi siti industriali del bergamasco.

I campioni di PM10  sono stati prelevati in diversi siti industriali, con due differenti campionatori di aria in un periodo di 3 settimane e inviati all’Università di Trieste sono stati analizzati, rilevando il virus in almeno 8 delle 22 giornate di campionatura.

Risultati positivi 12 campioni diversi per tutti e tre i marcatori molecolari, il gene E, il gene N e il marcatore RdRP, che è quello specifico per identificare il RNA del SARS-CoV-2.

Quindi in condizioni di meteo stabile e alta concentrazione di PM, è possibile che le goccioline emesse dal respiro di condensa, tosse o starnuti degli infetti, attecchiscano sulle particelle trasportate nell’aria.

La ricerca d’altronde aveva già evidenziato come le goccioline possono viaggiare per almeno 7-10 metri anche senza bisogno del particolato, rendendo inutili le distanze di sicurezza ma più utili le mascherine utilizzate in ogni condizione.

Gli studi comunque non affermano con certezza la diffusione di contagio attraverso il particolato, ma suggeriscono di tenere sotto controllo le emissioni, per non rischiare di favorire ulteriormente il virus.

Inoltre la presenza di particolato rende vulnerabili i polmoni delle persone che abitano nelle zone densamente inquinate e sono più soggette ad avere una bassa difesa contro il Covid-19.