INPS, Pensioni come andarci 10 anni prima: contributi e domanda

In queste ultime settimane si è intensificato il dibattito sulle pensioni, come riporta trendonline.com, visto che si parla in maniera più insistente della riforma del sistema previdenziale da mettere a punto prima della prima dl prossimo anno.

Pensioni: riforma in primo piano. Addio a Quota 100 a fine 2021
Con la conclusione del 2021 infatti andrà in soffitta Quota 100, la forma sperimentale voluta dalla Lega per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro.

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La legislazione vigente prevede ha la pensione di vecchiaia sia maturata al raggiungimento dei 67 anni di età, a patto di avere almeno 20 anni di contributi versati.

Ci sono alcuni modi per anticipare il raggiungimento di questo traguardo e quindi andare in pensione prima e Quota 100 è uno di questi, visto che consente di congedarsi con 62 anni di età e 38 anni di contributi.

Pensioni: come andarci 10 anni prima. Il caso della pensione anticipata
Il sogno di tanti è quello di andare in pensione prima del previsto e ci sono anche dei casi in cui si può lasciare il lavoro 10 anni prima, sebbene le possibilità su questo fronte siano piuttosto limitate.

Uno dei modi per andare in pensione 10 anni prima, quindi già all’età di 57 anni, è offerto dalla pensione anticipata, ossia il trattamento previdenziale che consente ai lavoratori che hanno maturato un determinato requisito contributivo di conseguire l’assegno pensionistico prima di aver compiuto l’età prevista per la pensione di vecchiaia.

In particolare, per maturare il diritto alla pensione anticipata è necessario aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi nel caso degli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi nel caso delle donne.

Chi è in possesso di questi requisiti può andare in pensione già all’età di 57 anni, ma questo implica aver iniziato a lavorare subito dopo aver compiuto i 14 o se uomini o i 15 anni se donne.

Pensioni: andarci 10 anni prima. Quota 41 per i lavoratori precoci
Non molto diverso il discorso per il lavoratori precoci che possono andare in pensione con Quota 41, riuscendo di fatto ad accelerare di qualche mese l’uscita dal lavoro rispetto alla pensione anticipata.

Al posto dei 42 anni e 10 mesi per gli uomini e dei 41 anni e 10 mesi per le donne, i lavoratori precoci possono andare in pensione con 41 anni di contributi.

Questa opzione però è riservata solo a coloro che possono far valere almeno 12 mesi di contribuzione effettiva prima del compimento del 19° anno di età.

I lavoratori che perfezionano questi requisiti dal 1° gennaio 2019 conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico decorsi tre mesi dalla maturazione degli stessi.

Da ricordare che la pensione per i lavoratori precoci è prevista per quanti perfezionano i 41 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2026.

L’accesso a Quota 41 prevede come requisito solo quello dei contributi versati e non dell’età, quindi chi ha iniziato a lavorare a 16 anni e ha versato ininterrottamente per 41 anni può andare in pensione a 57 anni.

In pensione 10 anni prima: ecco come fare con la RITA
Infine, un altro moto per lasciare il lavoro 10 anni prima rispetto ai 67 anni previsti dalla pensione di vecchiaia, è offerto dalla RITA, ossia la rendita integrativa temporanea anticipata, che consente l’erogazione di un reddito in attesa di raggiungere l’età pensionabile, ricorrendo al capitale accumulato dal lavoro nei fondi previdenza complementare.

La regola generale della RITA prevede che al momento della domanda si abbiano almeno 20 anni di contributi versati e 62 anni di età.

L’accesso alla RITA però è altresì consentito a 57 anni, a patto di avere almeno 5 anni di iscrizione alle forme pensionistiche complementari e di essere disoccupati da non meno di 24 mesi.

Quanto alla domanda per andare in pensione 10 anni prima, nel caso dela RITA bisognerà presentarla al fondo pensione al quale si è iscritti.

Per la pensione anticipata e quella dei lavoratori precoci invece bisognerà rivolgersi all’Inps o anche agli enti di patronato e agli intermediari dell’istituto previdenziale.