INPS, Pensioni di invalidità: domanda per aumento

Sono passati quasi tre mesi dalla storica sentenza della Corte Costituzionale, ma non ci sono ancora novità in merito al pagamento dell’aumento, come riporta trendonline.com, previsto per le pensioni di invalidità civile erogate dall’Inps.

Pensioni di invalidità: aumento dopo sentenza Corte Costituzionale
La data da cui è partito tutto è quella del 23 giugno 2020, quando la Corte Costituzionale ha sentenziato l’illegittima dell’importo riconosciuti per la pensione di invalidità pari a 286,81 euro al mese. Una somma che i giudici hanno definito “non sufficiente a soddisfare i bisogni prima della vita”.

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Recependo così le indicazioni della Corte Costituzionale e dando seguito alle stesse, il Governo ha deciso di incrementare l’importo mensile della pensione di invalidità, più raddoppiandolo.

Pensioni di invalidità: le novità contenute nel decreto agosto
Con il decreto agosto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 agosto, sono stati stanziati i fondi per dare vita a questo aumento dell’assegno che sale da 286,81 a 651,51 euro al mese per 13 mensilità.

Il Governo ha già previsto 132 milioni di euro di spesa per quest’anno e 400 milioni di euro annui a partire dal 2021, ricordando che l’aumento della pensione di invalidità avrà valore retroattivo dal 20 luglio 2020.

Il decreto agosto ha introdotto alcune importanti novità, visto che ha di fatto ampliato la platea dei beneficiari.
A ricevere l’incremento a 651,51 euro saranno non solo gli invalidi civili al 100%, ma anche i ciechi e i sordi ai quali sarà riconosciuta la pensione di invalidità a partire dall’età di 18 anni.

Ci sono poi dei requisiti reddituali da rispettare per avere diritto all’aumento dell’assegno mensile.
Per chi vive da solo il reddito annuo non deve essere superiore a 8.469,63 euro, mentre per chi è coniugato invece il limite massimo di reddito è fissato a 14.447,42 euro.

Pensioni di invalidità: quando arriva l’aumento?
Come detto prima l’incremento della pensione di invalidità ha valore retroattivo dal 20 luglio scorso e in un primo momento si era indicato l’1 settembre come data di pagamento.

Un termine che però non è stato rispettato e ancora oggi si è in attesa di sapere quando verrà effettivamente riconosciuto il tanto atteso aumento delle pensioni di invalidità.

Tutto dipende ora dall’Inps visto che spetta proprio all’ente previdenziale diffondere una circolare contenente informazioni sulla tempistica e le modalità relative al pagamento dell’assegno incrementato.

Pensioni di invalidità: la lettera dell’ONMIC all’Inps
Diverse sono le proteste sollevate da più parti, segnalando ad esempio che già a fine agosto Achille Azzarito, vice presidente regionale Puglia dell’ONMIC, l’Associazione Nazionale di Promozione Sociale, ha inviato una lettera aperta al presidente dell’Inps.

Dopo varie proteste di associati e cittadini, l’ONMIC chiede un incontro urgente per discutere e possibilmente risolvere diverse questioni.

Tra le altre c’è anche quella relativa alle pensioni di invalidità, con la domanda relativa al quando si vedrà l’aumento delle stesse ormai in vigore dal 20 luglio 2020.

Pensioni di invalidità: Fipac chiede aumento subito e a tutti
Accorato l’appello di Sergio Ferrari, presidente Fipac, la Federazione dei pensionati Confesercenti, il quale proprio ieri ha evidenziato che l’Inps non ha ancora fornito istruzioni in merito all’aumento delle pensioni di invalidità.

Ferrari ha dichiarato: “Ci sono due questioni per noi fondamentali, che vengano immediatamente saldati anche gli arretrati, visto che la misura dovrebbe essere retroattiva al 20 luglio e che l’aumento venga riconosciuto a tutti, non solo a chi ne fa richiesta.

Molte di queste famiglie infatti possono non essere informate o non avere il modo di provvedere alla compilazione della domanda”.

La Fipac si è impegnata a vigilare perchè l’aumento della pensione di invalidità sia riconosciuto quanto prima ai beneficiari, ai quali, ha dichiarato il presidente Ferrari, bisogna assicurare un importo con cui sopravvivere, visto che questo è “un diritto costituzionale e anche un dovere morale”.