Le realtà delle periferie Tempi biblici tra condoni edilizi e arrivo dei servizi

Nel circondario della Capitale sono presenti tantissimi quartieri sorti negli anni, prima come piccoli insediamenti abusivi e poi “sanati” dai condoni. Cittadini che hanno costruito fisicamente la casa per la loro famiglia, percorrendo la border line della legalità, ma disponibili a mettersi in regola con lo Stato. I tanti condoni edilizi hanno trasformato lo status di queste costruzioni, che sono passate da illecite a ufficiali, censite e assoggettate alle regole dell’edilizia urbana.

Il diritto ai servizi fondamentali

L’atto delle “sanatorie” non si limita all’ufficialità di un edificio o alla sua riconosciuta presenza sul territorio, ma avvia quei processi necessari all’arrivo dei servizi. Basti pensare alle difficoltà di una famiglia che non può disporre, ad esempio, dell’allaccio del gas o dell’acqua potabile. Sono difficoltà concrete che obbligano all’adozione di una bombola per il gas o al ricorso “all’acqua del pozzo”, disagi che rendono difficoltosa la vita e non sempre sono di facile gestione. In particolare per le persone anziane o con difficoltà di mobilità.

Acqua potabile

Nella periferia est di Roma, nel VI municipio, c’è il quartiere di Fosso dell’Osa, dove sebbene il processo sanatorio degli immobili sia da tempo risolto, i residenti attendono da anni l’allaccio alla rete idrica. Ora, l’attesa parrebbe terminata, lo rende noto la presidente dell’Assemblea Capitolina, Svetlana Celli, proprio da Fosso dell’Osa. “Dopo anni di attese da parte dei cittadini, siamo riusciti ad inaugurare finalmente la rete dell’acqua potabile ad Osa. Un diritto fondamentale che non può essere messo in discussione”.

La qualità della vita

Un risultato importante, festeggiato il giorno 8 maggio, con un incontro pubblico con i cittadini del territorio. Insieme ad Acea Gruppo, agli assessori Ornella Segnalini e Maurizio Veloccia, e al presidente Commissione LlPp Antonio Stampete. “L’acqua che arriva in casa non è solo un servizio: è un segno concreto di cittadinanza, di dignità, di salute pubblica”, Sottolinea Celli. “E un segno di attenzione ad ogni area della nostra città, migliorando la qualità della vita di tantissime persone”.

Un lavoro importante

L’intervento ha interessato 2,5 km di condotte idriche e il rifacimento delle strade interessate. Sono stati investiti 900mila euro. Anche grazie ai contributi dell’Acru Fosso dell’Osa, versati dai cittadini residenti per i condoni e i permessi per costruire rilasciati nel tempo e destinati alla realizzazione di opere pubbliche nel territorio. “La conclusione di questo intervento – precisa ancora Svetlana Celli – rappresenta un significativo passo avanti per il quartiere. Con la garanzia di un servizio idrico efficiente e col contributo continuo teso al miglioramento complessivo della buona vivibilità dei suoi abitanti.

Considerazioni doverose

La vicenda dell’acqua potabile a Fosso dell’Osa è emblematica della lotta, della forzatura dei cittadini in seno alle istituzioni, semplicemente per l’ottenimento di un diritto. Posto che alcune realtà sorgono nell’illegalità, ma con la volontà di regolarizzare la propria posizione, ci si aspetta che, una volta risolti gli “illeciti”, dovrebbero scattare in automatico i diritti. I servizi essenziali, non dovrebbero essere un regalo dello Stato, una concessione, ma appunto un atto dovuto e doveroso. Non si dovrebbe festeggiare una presunta vittoria perché si può finalmente aprire il rubinetto e bere un bicchiere d’acqua, questo ci si attende che avvenga in automatico. Naturalmente con i tempi tecnici necessari, non oltre.

Foto dalla pagina Facebook di Svetlana Celli