Mirabella Imbaccari: 5 lauree on line al tempo del Coronavirus

In questi giorni a Mirabella ci sono state ben 5 lauree on line, una nota positiva per il paese che ha visto la conclusione del percorso di studi di 5 giovani che guardano al futuro con fiducia, col desiderio di impegnarsi per valorizzare se stessi e la comunità di appartenenza. Al telefono raccontano la loro esperienza.

Rossella Basilotta, 26 anni, laurea magistrale in Farmacia col massimo dei voti a Catania.

“Laurearsi a distanza è stato insolito ma ugualmente emozionante. Inizialmente ero molto sconfortata perché non potevo condividere questo momento con le persone più importanti della mia vita ma mi sono laureata comodamente in ciabatte alla presenza di mia madre, mia zia e mia nonna. Mio padre, mio fratello, il mio ragazzo, parenti e amici hanno seguito la cerimonia collegandosi alla piattaforma Microsoft Teams e ho potuto sentire la vicinanza e l’affetto di tutti anche attraverso le varie chiamate ricevute in giornata. Mi è mancata la presenza fisica delle persone, gli abbracci e la possibilità di festeggiare come sempre ho immaginato”.

“Nella mia tesi sperimentale dal titolo ‘Valutazione in vitro dell’estratto di ulivo come adiuvante nell’infiammazione osteo-articolare’ ho trattato l’analisi delle proprietà antinfiammatorie e antiosteo-artritiche dell’estratto di foglie d’ulivo in comparazione con gli estratti di uso comune quali la curcuma e l’artiglio del diavolo. Il lavoro ha comportato più tempo e fatica perché ho dovuto conciliare lo studio con la frequentazione del laboratorio di Fisiologia al dipartimento di scienze biomediche e biotecnologiche. Sono stata inserita nell’equipe di laboratorio del mio docente e mi ritengo fortunata perchè la mia tesi parla di una pianta importante nel nostro contesto. Mi affascina l’ambito della ricerca, ora sto preparando l’esame di abilitazione e valuto di acquisire i 24 crediti necessari all’insegnamento di di chimica e biologia…se nel frattempo capitasse un’occasione di lavoro per rendermi indipendente non la rifiuterei”.

Flavia Cavolina, 28 anni, laurea triennale in Scienze dell’Educazione e della Formazione a Catania.

“Laurearsi a distanza è stato strano, quasi surreale. Durante gli studi si è soliti pensare a questo traguardo in modo completamente diverso; ciò che più mi è mancato è la presenza fisica di tutti i miei amici, i miei parenti, di tutti gli affetti cari, mi è mancato non poter incrociare il loro sguardo che sicuramente mi avrebbe dato più sicurezza e la stretta di mano della commissione che penso sia uno dei tanti simboli il cui ricordo ti porti dietro per tutta la vita. E’ stato emozionante e sono felice, nonostante tutto sia avvenuto dietro un pc, perché ho conseguito il titolo e raggiunto un traguardo. Il mio corso di studi si propone di fornire le competenze professionali di chi intende operare come educatore nei servizi per l’infanzia (ad esempio asili nido, servizi di sostegno alla genitorialità e le comunità infantili), un’offerta formativa basata su competenze in ambito pedagogico, sociologico e psicologico. Il titolo della mia tesi è ‘La neurodiversità’ e nasce dall’interesse verso la psicopatologia infantile, ovvero quei disturbi legati all’età dello sviluppo. Neurodiversità è un concetto nato recentemente per identificare, in maniera trasversale, questi disturbi e propone una chiave di lettura diversa della disabilità. Il mio interesse a voler trattare questo tema, partenza dalla diagnosi sino ai trattamenti, nasce dalla consapevolezza che, solo conoscendo in maniera chiara il disturbo e le relative caratteristiche emotive e cognitive, possiamo come educatori capire quale sia il miglior approccio funzionale da poter mettere in atto per garantire al bambino il giusto sviluppo psicofisico e affettivo. Per i progetti futuri il mio intento proncipale è quello di proseguire gli studi con la specialistica in Scienze Pedagogiche e progettazione educativa, un corso di studi che fornisce competenze finalizzate a promuovere, organizzare e valutare i servizi educativi e riabilitativi nei vari contesti territoriali. Mi piacerebbe inserirmi nei contesti riabilitativi per fornire quei giusti processi educativi a chi è in difficoltà (situazioni problematiche quali disagio, disabilità, devianza) oppure nelle minoranze culturali e occuparmi di chi ha problemi socioeconomici”.

Giovanni Iacona, 24 anni, laurea triennale in Scienze e Tecnologie Agrarie a Catania.

“Vivendo in una località fortemente vocata all’agricoltura, ho deciso di intraprendere il percorso di studi in Scienze e Tecnologie Agrarie all’università di Catania, per conciliare la vocazione del territorio con la passione che mi è stata tramandata. Di certo è stata una laurea un po’ particolare rispetto a quelle comunemente vissute da altri mie colleghi. L’organizzazione dell’università, dalle procedure ai tempi leggermente variati della seduta di laurea, è riuscita comunque a rendere l’occasione unica ed emozionante. Ovviamente viste le restrizioni vigenti, non abbiamo potuto festeggiare a dovere con parenti ed amici. Tramite la piattaforma Teams e social siamo riusciti a coinvolgere comunque tutti quanti, permettendo comunque di far assistere e ricevere quel calore dovuto per l’occasione. L’università ha organizzato al meglio per attenuare la distanza e rendere l’occasione comunque unica.

Grazie al corso di laurea ho acquisito maggiormente delle competenze tecniche e scientifiche, da mettere in atto principalmente nella mia azienda agricola già avviata da qualche anno. Il corso infatti permette di acquisire tutte quelle importanti nozioni, ideali per affrontare al meglio scelte del settore in campo, riconoscere e rispondere prontamente ad eventuali problematiche fitosanitarie delle colture presenti, ottimizzare al meglio le risorse naturali a disposizione. La tesi che ho esposto riguarda le tecniche di coltivazione dell’asparago in Sicilia. Coltivazione di un nobile ortaggio che ormai si è fortemente consolidato nel nostro territorio, e che quindi ho ritenuto opportuno focalizzarne tutti i miei studi del corso, per capirne maggiormente le tecniche, problematiche e potenzialità che essa racchiude. Intendo proseguire senz’altro gli studi al fine di ampliare maggiormente le competenze acquisite sin ad oggi. Allo stesso tempo applicare prontamente quelle già acquisite direttamente nella mia azienda per continuare a crescere al meglio, in maniera più mirata ed efficace”.

Davide Patrí, 25 anni, laurea magistrale in Scienze e tecnologie agrarie a Catania col massimo dei voti.

“La mia tesi sperimentale è stata svolta grazie alla collaborazione dell’Università di Catania con il centro di ricerca ‘Crea di Acireale’ e ha trattato la ‘Valutazione dell’architettura della chioma di cultivar internazionali e italiane di olivo per gli impianti ad alta densità’. Il mancato rinnovamento dei sistemi olivicoli italiani-siciliani spiega la perdita della leadership del nostro Paese nella produzione di olio, leadership che ad oggi appartiene alla Spagna (bisogna anche considerare che la produzione nazionale è largamente inferiore ai consumi interni, tanto che il nostro Paese è diventato il primo importatore mondiale di olio di oliva). Lo sviluppo di questi sistemi produttivi è un’opportunità per aumentare le produzioni di olio, abbattendo i costi di produzione. Infatti l’obiettivo principale in un impianto olivicolo ad alta densità è quello di mantenere una chioma efficiente che possa essere contenuta entro la camera di scuotimento della macchina scavallatrice (macchina per la raccolta meccanizzata) per un periodo più lungo possibile (almeno 15 anni). L’azienda olivicola che ci ha ospitato e che ci ha permesso di effettuare le prove sperimentali è l’azienda agricola mirabellese ‘Frantoi Berretta’. Le nuove cultivar di olivo presenti nell’azienda ci hanno permesso di testare le differenze morfologiche-architetturali che esistono nella  chioma delle piante e come esse siano importanti nel fornirci informazioni utili riguardo il modello di ramificazione, la giusta densità da applicare per ogni singola cultivar, indicazioni riguardo la meccanizzazione delle operazioni colturali e nel complesso l’idoneità di ogni cultivar al modello ad alta densità.

Non avrei mai immaginato nulla di simile, ma ne vale la nostra salute, anche se a distanza, è comunque stata la mia laurea magistrale in Agraria. È stato un giorno molto importante per me e per la mia famiglia, ciò rappresenta la fine di un percorso e il mio nuovo punto di partenza. Hanno assistito i miei genitori (Gaetano Patrì /Terranova Angela) e mio fratello (Giuseppe). Volevo ringraziare la mia famiglia e la mia ragazza e anche a chi mi ha sostenuto a distanza/virtualmente , un ringraziamento va anche alla mia relatrice Prof.ssa  Elisabetta Nicolosi (docente presso il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione, Ambiente) assieme al dottore Filippo Ferlito (ricercatore del Crea di Acireale) e all’azienda ‘Frantoi Berretta’ per averci ospitato in azienda. Ho scelto questo argomento perché l’olivo e in particolare l’olio è uno dei tanti nostri prodotti di eccellenza, molti dei quali sono riconosciuti anche da marchi di qualità, e far ritornare l’Italia e in particolare la Sicilia primi produttori attraverso questi nuovi sistemi produttivi significa anche riprendere la competitività nei confronti degli altri Paesi produttori del bacino del Mediterraneo (sia euopei che africani). Le mie prospettive future sono quelle della libera professione e di specializzarmi nelle nuove innovazioni agricole delle piante arboree”.

Nando Granato, 32 anni, laurea magistrale in Scienze Motorie a Enna.

“Il corso di studi riguarda le attività motorie preventive e adattate, ovvero quelle che si possono fare con soggetti disabili o con soggetti con particolari esigenze in cui il movimento diventa qualcosa che ha bisogno di un’attenzione specifica. Laurearsi a distanza è stato un po’ strano, non hai il ritorno da parte delle altre persone con cui stai parlando e si è davanti a uno schermo. Ho completato gli studi in maniera un po’ strana però l’emozione del momento fa passare quella sensazione di stranezza che c’è. Ho vissuto questo momento insieme a mia sorella e mia mamma, visto che a causa della quarantena non potevamo invitare altre persone. Rispetto a una seduta tradizione posso dire che, mentre per la laurea triennale c’era tanta gente, spazi enormi e vissi l’emozione di parlare a tante persone, qui si è soli e non si sa a quante persone stai parlando..la seduta di laurea era in diretta e potevano collegarsi tutte le persone che avevano il link specifico.

La mia tesi è stata incentrata sul ruolo che ricopre il trainer all’interno di un processo di prevenzione e trattamento del processo artrosico. Questa patologia, in una società dove l’età media si alza sempre di più, in Italia colpisce circa il 12% della popolazione, quindi per un laureato c’è l’occasione di uno sbocco lavorativo all’interno di questo tipo di trattamento dove il movimento diventa una fonte importante di prevenzione. Credo nel miglioramento della mia figura professionale; lavoro in palestra assieme a mia sorella e a mia mamma perché condividiamo la stessa passione e alleno bambini per calcio e pallavolo nel tempo libero. Questa passione è anche un impegno serio che mi fa ricordare papà che è stato un’impronta molto forte nel mio percorso di vita e lo sarà perché guida i miei passi”.

Rosario Scollo