Russia, Navalny di nuovo nell’ospedale del carcere. Corte Diritti umani apre procedimento

Il Leader dell’opposizione russa si trova di nuovo nel reparto ospedaliero della prigione. Il servizio penitenziario fa sapere che le sue condizioni sono “soddisfacenti”.
I sostenitori di Navalny hanno sottolineato che il trasferimento è nell’ospedale del carcere, che hanno definito “un centro di tortura”. Per mercoledì hanno indetto una grande manifestazione in sostegno del dissidente.
Intanto la Corte europea dei diritti dell’uomo ha aperto un procedimento sulla vicenda.

La Corte europea dei diritti dell’uomo

La Corte apre il processo sul caso e notifica alla Russia il ricorso di Navalny contro la sua detenzione. Lo scorso 20 gennaio l’oppositore al governo di Putin era ricorso al giudizio di Strasburgo, dicendo che la sua vita era messa in pericolo dalla detenzione.
Aveva spiegato nel ricorso, di subire maltrattamenti, in particolare con la privazione del sonno. E aveva denunciato di ricevere una nutrizione inadeguata, forti pressioni psicologiche, abusi verbali e nessuna assistenza medica.

La notifica della Corte europea al governo russo avanza una serie di richieste di chiarimento sulle condizioni del detenuto. Entro il 12 luglio la Russia dovrà rispondere alle richieste.
Il tribunale di Strasburgo chiede se le autorità russe sono in grado di fornire “un impedimento oggettivo” per non aver dato seguito alla richiesta di liberazione del 16 febbraio. La notifica fa infatti seguito alla richiesta che aveva avanzato il 16 febbraio la stessa Corte.

Da Strasburgo si chiede anche ragione della compatibilità dell’attuale stato di salute di Alexei Navalny con le strutture mediche e le cure che sta ricevendo, in merito al suo diritto alla vita e a non essere sottoposto a maltrattamenti. La Corte considera anche il “deterioramento della salute quasi letale” che l’oppositore ha subito in seguito dell’avvelenamento dell’agosto 2020.

Mercoledi proteste in piazza

Il direttore del Fondo Anti-Corruzione, Ivan Zhdanov ha commentato il trasferimento del dissidente: “È chiaro che ora ci viene data una sorta di ‘buona notizia’ sulle condizioni di Alexey prima della protesta, ma non fatevi ingannare”.
I sostenitori di Navalny hanno pubblicato sui social l’elenco delle città dove ci saranno le manifestazioni. Le proteste inizieranno alle 19 (ora locale). A Mosca il concentramento è previsto in piazza del Maneggio, di fronte alle mura del Cremlino.

Il governo è pronto a reagire

Dalle Autorità russe l’indicazione e di non partecipare alle manifestazione, spiegando che non sarà permessa “una destabilizzazione della situazione” e che saranno prese “tutte le misure necessarie per mantenere l’ordine nelle regioni del Paese”.
Arriva anche un bollettino della Procura generale in cui è anticipato che chi parteciperà alle proteste rischia la procedura penale.
Intanto il tribunale di Mosca ha fissato per lunedì 26 aprile, l’udienza dove sarà deciso se il movimento di Navalny sarà considerato un’organizzazione estremista. Il dissidente viene già indicato come “agente straniero”.

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La storia

Navalny è stato incarcerato in seguito al suo rientro in Russia, dopo che si era ripreso dall’avvelenamento. L’uomo ritiene il Cremlino responsabile dell’accaduto. La Russia naturalmente ha sempre negato l’accusa.
Attualmente l’oppositore sta scontando due anni e mezzo di pena detentiva in una colonia penale nella città di Pokrov a circa 100 chilometri a est di Mosca. Il reato contestato è quello di appropriazione indebita.
Il 31 marzo scorso ha iniziato uno sciopero della fame per ottenere un trattamento medico adeguato. Lamenta un forte mal di schiena e l’intorpidimento di mani e gambe.
Nei giorni scorsi i suoi medici hanno chiesto ai funzionari del carcere di poter accedere a causa dell’aggravarsi delle condizioni di salute del dissidente. Il cardiologo Yaroslav Ashikhmin ha ammonito: “può morire in qualsiasi momento”.
Al momento Navalny si trova nel reparto ospedaliero del carcere.

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Prese di posizione dall’estero

Sono molti i Paesi che si sono uniti all’allarme lanciato dai sostenitori di Navalny. L’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell ha detto: “Chiediamo che abbia accesso immediato ai suoi medici di fiducia e riteniamo la Russia responsabile per la sua salute”.
La portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha affermato che “è responsabilità del governo russo” quello che capita in carcere all’oppositore e che “il mondo ne chiederà conto”. Ha poi aggiunto: “Nel frattempo continueremo a premere per il suo rilascio. Ribadiamo il nostro punto di vista: deve essere trattato umanamente”.
Luigi Di Maio, il ministro degli Esteri italiano, in videoconferenza al Consiglio Affari Esteri dell’Ue ha chiesto che a Navalny “venga assicurato l’accesso immediato alle cure mediche necessarie”.

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La Russia sbatte la porta in faccia alle rimostranze

Dmitry Peskov il portavoce del Cremlino, ha dichiarato: “Lo stato di salute dei detenuti e dei prigionieri sul territorio russo non può e non deve essere un argomento di interesse per gli altri Stati”. Sottolineando “non aver preso in considerazione in alcun modo le dichiarazioni fatte dai rappresentanti di altri Stati”.


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