Orrore nella periferia romana
Una giovane donna di 29 anni ha dato alla luce il suo terzo figlio in circostanze al limite della sopravvivenza. Ma ciò che è accaduto dopo ha superato ogni immaginazione, in un gesto di inaudita disperazione, o crudeltà. La madre ha gettato il neonato prematuro nello scarico del water. Il neonato è così stato condannandolo a una morte atroce, soffocata nelle viscere delle tubature. Il Fatto era accaduto lo scorso ottobre.
Il sospetto dei medici
La verità, agghiacciante, è emersa solo grazie alla prontezza dei medici di un pronto soccorso romano. La donna, di origini nigeriane, vi si era recata in stato di forte malessere, tentando di nascondere l’indicibile: un parto appena avvenuto. Ma il personale sanitario, insospettito dalle sue dichiarazioni confuse, ha immediatamente allertato le autorità.
Partono le indagini
Sono state le indagini, scrupolosamente condotte dalla squadra mobile di Roma e dal commissariato di Frascati, sotto la direzione della Procura di Velletri, a ricostruire l’orrendo scenario. Attorno alla 25esima settimana di gestazione, la donna avrebbe provocato il parto mentre si trovava nell’abitazione di alcuni conoscenti a Montecompatri. Lì, in un bagno, ha dato alla luce un bambino vivo, al settimo mese. Invece di cercare aiuto, lo ha spinto con forza giù nello scarico del wc, come se fosse un rifiuto.
Quel corpicino innocente, gettato via…
Il cadavere del neonato è stato rinvenuto solo in seguito, incastrato in un tombino. Gli esami del DNA hanno certificato l’orribile verità: quel bambino era suo figlio. Rimane il dubbio inquietante su chi fosse presente in casa in quei momenti. Possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Erano complici silenziosi o del tutto ignari?
Ritrovata la donna
Dopo giorni di ricerche febbrili, la polizia ha fermato la donna nella zona di Finocchio. Ha raccontato di non sapere di essere incinta e di non essersi accorta di aver partorito, la sua versione non ha però convinto gli investigatori.
Ora si trova rinchiusa nel carcere di Rebibbia, mentre i suoi due figli sono stati affidati a parenti. Ma il dubbio, la rabbia, e lo sgomento restano: com’è possibile che una vita venga trattata con tanta ferocia? Come può accadere questo, nel cuore dell’Italia, senza che nessuno intervenga in tempo?
Foto generica tratta da: primocanale.it