Sicilia, Musumeci: “Le scuole siciliane non so se riapriranno”

La riapertura delle scuole è stata programmata, come riporta livect.it, per i primi di settembre, ma sono ancora molte le incertezze, visto il progressivo aumento dei contagi. Se le linee guida del Governo parlano di una didattica mista, con un massiccio recupero delle lezioni in presenza, la realtà è ben diversa.

Riapertura scuole in Sicilia
In merito alla riapertura scuole in Sicilia, il presidente Musumeci, in un’intervista a SkyTG 24, ha dichiarato: “chiedetemi se c’è vita umana su Marte, ma non chiedetemi certezze sull’avvio dell’anno scolastico, perché credo che il primo a non avere certezze sia proprio il ministro”.

Il governatore ha manifestato la propria incertezza nei confronti della situazione attuale, che si sta facendo più problematica in Sicilia. “In questo momento è difficile poter conciliare il diritto allo studio e il diritto alla salute – ha dichiarato Musumeci -. So che è una materia particolarmente complessa, ma dopo molti mesi di inutili e sterili confronti credo che ancora siamo in alto mare. Noi in Sicilia siamo pronti, abbiamo già predisposto quello che è necessario, ma non avendo chiarezza sulle misure tutto rimane provvisorio. Mi auguro che gli impegni possano essere mantenuti, così come assicura il ministro”.

Le parole di Azzolina
Dal canto suo, in un’intervista rilasciata a “La Repubblica”, la ministra Azzolina ha dichiarato fermamente che la scuola riaprirà, anche se è “in atto un sabotaggio da parte di chi non vuole che ripartano”. L’aumento dei contagi, ovviamente, è un fattore che non si può ignorare, e “tutti ci auguriamo che i dati migliorino” ha affermato la ministra. “Dipende dai comportamenti. È una questione di responsabilità: individuale e collettiva. Gli esami di Stato – aggiunge – si sono svolti in sicurezza, nessun ragazzo si è ammalato. I nuovi contagi sono avvenuti in vacanza, non a scuola“.

La presunta data di apertura delle scuole sarebbe il 1 settembre per chi deve recuperare delle ore e il 14 per tutti gli altri, “tranne Calabria Puglia e Sardegna – puntualizza la Azzolina – che hanno deciso di riaprire dopo le elezioni. Tornare a scuola è fondamentale soprattutto per i ragazzi di famiglie fragili. Non farlo significherebbe lasciarli per strada: le criminalità e le mafie non aspettano altro”.

Per quanto riguarda, invece, le possibili soluzioni da adottare durante le ore scolastiche, per evitare il contatto ravvicinato tra i ragazzi, basta “rispettare le regole. Un metro di distanza. Se non ci sono le condizioni, nel rapporto spazio/numero di studenti, bisognerà usare le mascherine“, così la ministra ha ribadito quanto già presente nelle linee guida sulla scuola. Anche i dirigenti scolastici si possono attivare per far rispettare le norme di sicurezza e, in alcuni casi, è previsto che “il dirigente scolastico disponga, solo per la secondaria di secondo grado, la didattica a distanza per alcuni gruppi”.