Una serata al Pub 1830 di Monterotondo si trasforma facilmente in un piccolo evento. Sul palco, Frankie Lovecchio e la sua Canthina Band: una garanzia di energia e buona musica.
Il locale è pieno, inevitabile quando Frankie si muove con i suoi compagni di viaggio. Dopo un’ottima cena, ci godiamo lo strepitoso concerto dal vivo. Il repertorio di questi artisti – veri maestri – è un viaggio tra ricordi, storie d’amore e grandi successi: materiale da antologia.
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Non avendo avuto modo di annotare la scaletta, abbiamo chiesto a Frankie di mostrarcela. La sua risposta?
«Non abbiamo una scaletta. Andiamo a braccio e decidiamo ‘quasi’ sul momento…»
Con pazienza, ha ricostruito per noi quanto suonato. Ecco, in sintesi, la lunga lista dei brani eseguiti:
«Abbiamo iniziato con Joanna e Too Hot dei Kool & The Gang, poi Lovely Day di Bill Withers, Can’t Get Enough of Your Love, Babe di Barry White.
A seguire, un medley dedicato ai KC and the Sunshine Band: I’m Your Boogie Man, Shake Your Booty e Get Down Tonight.
Poi abbiamo proposto quello che chiamiamo “medley Dua Lipa”, che in realtà include Cold Heart di Elton John e richiami a Treasure di Bruno Mars (prod. Mark Ronson).
Abbiamo inserito anche You & I dei Delegation e Don’t Stop ’Til You Get Enough di Michael Jackson.
Poi il momento italiano, con Figli delle Stelle di Alan Sorrenti e In alto mare di Loredana Bertè. Abbiamo fatto anche un mix con qualcosa di più recente, come Adventure of a Lifetime dei Coldplay.
Il finale? Il nostro medley “di Capodanno per antonomasia”, perché racchiude i brani più rappresentativi del nostro repertorio:
Can’t Take My Eyes Off You, YMCA dei Village People e You Make Me Feel (Mighty Real) di Sylvester.
C’è stato anche un medley anni ’80, con: Sweet Dreams (Are Made of This) – Eurythmics; Do Ya Think I’m Sexy? – Rod Stewart; Bette Davis Eyes – Kim Carnes; Don’t You Want Me – The Human League.
E ancora: September degli Earth, Wind & Fire, You’re the First, the Last, My Everything di Barry White, e brani dei Trammps.»
Insomma, un repertorio di tutto rispetto!
«Direi proprio di sì! Il nostro è un repertorio fatto di capisaldi della dance, del soul e del funk, con contaminazioni rock e incursioni nel contemporaneo.
Ci piace variare, proprio perché il nostro pubblico è eterogeneo: amanti degli anni ’70, ’80 e ’90, ma anche tanti giovani.
E il fatto di suonare tutto rigorosamente dal vivo – senza basi preregistrate, senza sequenze, senza autotune – è sicuramente un valore aggiunto. I giovani lo percepiscono, sentono l’importanza dello strumento vero.»
Ma veniamo alla location: perché il Pub 1830?
«Con Tony e il grande Stefanone siamo legati da tanto tempo. Ogni volta che veniamo qui, ci emoziona vedere come riescano a mantenere una realtà così viva in una zona come Monterotondo.»
Cosa rende questo posto così speciale?
«Perché non è facile, essendo comunque nella provincia di Roma. Ma se la gente continua a seguire la programmazione e a vivere questo luogo, tutto ha senso. Qui si sta bene: loro sono padroni di casa eccezionali, si mangia bene, e l’atmosfera è quella giusta. Per noi è sempre un piacere tornare.»
Quindi… vi rivedremo presto?
«Assolutamente sì! Ogni volta che possiamo, veniamo volentieri. Appena Stefano ci chiama… noi siamo subito qua.»
Grazie Frankie! E allora, arrivederci a presto.
Un ringraziamento speciale anche a Stefano e a tutto lo staff del Pub 1830, che ci ha regalato una serata memorabile, fatta di buona musica, ottimo cibo e, soprattutto, momenti autentici di svago e condivisione con gli amici più cari.
Alla prossima!
*Le foto di questo articolo sono state gentilmente concesse da Silvia Cappello (fotografa), che ne è l’autrice e che ringraziamo.