Coronavirus, didattica a distanza in ambito universitario: risorsa o limite?

Coronavirus, didattica a distanza in ambito universitario: risorsa o limite? Ecco come vivono gli studenti italiani i cambiamenti dettati dall’emergenza.

Coronavirus. In tutta Italia, le scuole di ogni ordine e grado si sono organizzate per non interromper il percorso curriculare degli studenti. Queste misure riguardano anche l’ambito universitario. La tecnologia del nostro secolo è in continuo evolvere e ci fornisce degli strumenti che permettono di annullare, almeno in parte, le distanze.

I ragazzi di tutte le università si sono adattati ai nuovi metodi d’insegnamento che utilizzano varie piattaforme di comunicazione. Una di esse è “Team”, ad esempio, utilizzata da alcuni atenei siciliani e dal Politecnico di Milano.  Durante gli streaming i professori proiettano materiale di sostegno alla lezione, come slide o pdf, che dopo attraversa mail o altri metodi di condivisione, cercano di fornire ai propri studenti.

L’Università degli studi di Torino, utilizza per lo più, video lezioni registrate o si occupa di inviare materiale agli studenti, concentrandosi sul trovare un metodo, in sperimentazione, per sostenere le prove in itinere. Il Politecnico della stessa città ha implementato la piattaforma, già utilizzata dai professori per caricare il materiale supplementare: su di essa è possibile trovare le lezioni in diretta o anche in differita, a seconda delle necessità della materia. Il tutto accessibile dal portale dell’ateneo. La piattaforma utilizza software come “big blue button”, il classico”Skype” e anche “Google Meeting”.

Quest’ultima piattaforma è utilizzata anche dall’ateneo siciliano di Enna. Attraverso gli strumenti di Google è stata creata tempo fa: un luogo virtuale per l’incontro tra i professori e studenti, con un calendario condiviso contenente gli appuntamenti dei vari corsi di laurea, soprattutto le lezioni effettuate in streaming.

Non sono pochi gli atenei italiani che hanno iniziato a sostenere esami orali attraverso le videoconferenze, anche per materie più complesse costituite da più blocchi, come ad esempio quelle di scienze infermieristiche, sono molto complicati da svolgere. Di contrario, sono molte le università che non hanno ancora comunicato ai propri studenti come saranno effettuate le prove.

Il problema principale degli studenti è procurare il materiale non fornito dai professori, come ad esempio i libri, che non possono essere acquistati nelle librerie e che online diventano quasi irreperibili dato che essi non sono beni di prima necessità necessari in questa emergenza da coronavirus. Nonostante l’impegno di professori e universitari, diventa difficile studiare senza il materiale di base, che non può essere scaricato sui siti degli editori, dato che quasi tutti i libri universitari non hanno versione e-book.