Frosinone, Il grande patrimonio storico, culturale della transumanza

Interessante, e costruttivo l’incontro organizzato dal Club Alpino Italiano (sezione di Frosinone), presso la Villa Comunale di Frosinone lo scorso venerdì,  dove è stato presentato il volume “Transumanze nel Lazio: la Valle di Comino e i Monti  Simbruini” esito del  lavoro di ricerca, svolto dalle geografe Sara Carallo e Francesca Impei della Società Geografica Italiana.

Presenti all’incontro oltre alle due ricercatrici, il prof. Paolo Sellari  della Società Geografica Italiana. il Direttore del Parco Naturale dei Monti Simbruini Carlo Di Cosmo, il Sindaco di Trevi Nel Lazio Silvio Grazioli, di Frosinone Riccardo Mastrangeli, di Veroli Simone Cretaro.

Il lavoro svolto fa parte del progetto regionale “Rete dei tratturi regionali della transumanza” avviato nel 2021 dalla Società Geografica Italiana, in collaborazione con la Regione Lazio e l’Arsial.

In modo molto chiaro e con grande professionalità, le due ricercatrici, hanno illustrato con l’ausilio delle slide il lavoro compiuto, che ha valorizzato la transumanza, riconosciuta già nel 2019 dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità.

Attraverso cartografie, documenti storici fotografici, pratiche e tradizioni del mondo rurale, che sono gli elementi documentari utilizzati, si è potuta attuare una ricostruzione storica della transumanza nelle due aree del Lazio, utile per accrescere la consapevolezza della propria specificità e del potenziale di riqualificazione turistica del paesaggio della transumanza come fattore di rilancio.

La transumanza, ha una lunga storia, ed ha avuto un’importanza fondamentale per l’economia e la cultura di tutto il Paese, importanza che viene riconosciuta ancora attualmente, sebbene sia praticata in misura minore rispetto al passato. Infatti dai dati raccolti e presentati, è stato mostrato il calo di questa storica ed importante pratica, che va in linea con la diminuzione delle aziende di allevamento presenti nei due territori oggetto di studio, parallelamente ad un forte spopolamento di queste aree di montagne.

Positivo è il fatto che  l’eredità e il patrimonio di questa pratica ancora esiste: questo antico retaggio ha impresso segni incisivi nelle valenze territoriali e nella sfera culturale delle aree interessate, segni ancora oggi percepibili, leggibili, interpretabili attraverso le persistenze dell’antica rete tratturale, le testimonianze culturali di grande pregio artistico e di elevato valore documentale, lessico e toponomastica, costumi e consuetudini , abitudini alimentari e gastronomia, tradizioni letterarie, artigianali, musicali, religiose.

In modo sapiente l’appuntamento di venerdì ha sollevato un  importante invito , e cioè quello di conservare e valorizzare questo grande patrimonio.

Chiaramente è un invito che si estende ai tanti protagonisti del territorio per una politica di valorizzazione turistica del territorio strettamente legata alla tematica della transumanza, Gli antichi percorsi ricostruiti potrebbero rappresentare in questo senso l’elemento di congiunzione di una serie di risorse potenziali, in grado di consentire  una valorizzazione integrata delle specificità del territorio, delle sue tradizioni e del loro valore turistico e culturale.

È importante sottolineare che questo progetto, non si è concluso con la realizzazione di questo volume, ma continua con diversi eventi in programma durante l’anno, con escursioni sui territori attraversando gli antichi tratturi, come quello previsto per il 24  giugno nel Parco dei Monti Simbruini.