INPS, Reddito di cittadinanza: tolto ai furbetti ma compatibile anche per chi ha un lavoro che non supera la soglia

Si stringe la morsa intorno ai furbetti ed ai fannulloni del reddito di cittadinanza. L’Inps fa scattare i controlli ed è molto più severa. I beneficiari, come riporta trendonline.com, che hanno avviato un’attività e, guarda caso, si sono dimenticati di comunicare il nuovo lavoro, si vedranno togliere immediatamente il sussidio. Finalmente l’Inps si decide ad effettuare dei controlli mirati e precisi nella vasta platea delle persone che ricevono ogni mese il reddito di cittadinanza, e prende dei seri provvedimenti contro quanti non si comportano correttamente.

Negli ultimi mesi i controlli dell’Inps si sono fatti più serrati e frequenti: ci sono stati mesi di silenzio, sicuramente condizionati dalla pandemia che sta affliggendo il nostro paese, ma adesso la macchina dei controlli è partita. Saranno applicate tutte le sanzioni, che la normativa prevede, e saranno pesantemente puniti quanti non adempiono ai vari obblighi. Non importa che sia il furbetto od il fannullone di turno: sarà giustamente punito per la sua scorrettezza o per la sua pigrizia.

Reddito di cittadinanza, l’Inps ti punisce!
I primi controlli sono partiti a settembre, nel silenzio generale. Le prime sanzioni sono arrivate nel corso dei mesi scorsi: chi non avesse risposto e non si fosse presentato alle convocazioni del Centro per l’impiego è finito diritto diritto nell’occhio del ciclone. Stessa sorte è toccata a quanti non abbiano comunicato all’Inps una variazione della propria situazione economica, così come prevede la normativa vigente. Possiamo tranquillamente definire i primi dei veri e propri fannulloni, mentre i secondi degli assoluti furbetti.

Molti beneficiari del reddito di cittadinanza si sono ritrovati a perdere il diritto a continuare a ricevere il sussidio, perché si erano scordati (diciamo così, anche se a tutti gli effetti potrebbe essere una vera e propria truffa) di comunicare all’Inps di aver avviato un’attività lavorativa. In questa sede è necessario ricordare che i beneficiari del sussidio sono obbligati a comunicare entro 30 giorni l’avvio di ogni attività lavorativa, comunicando anche il reddito previsto per l’anno solare in cui è iniziata l’attività lavorativa. Questa regola vale per tutti i componenti del nucleo famigliare e si riferisce sia ai redditi percepiti per il lavoro dipendente che per il lavoro autonomo. Nel caso in cui ci sia un lavoro autonomo

la comunicazione concerne l’avvio dell’attività di lavoro e dovrà essere rinnovata trimestralmente entro il 15° giorno successivo al termine di ciascun trimestre solare, con l’indicazione del reddito percepito nel trimestre.

Tutti gli obblighi dei beneficiari!
Quanti percepiscano ogni mese il reddito di cittadinanza hanno tutta una serie di obblighi a cui devono sottostare. Tra questi, senza dubbio, c’è quello di comunicare il reddito presunto per l’anno solare successivo, nel caso in cui si sia iniziato a lavorare ed il lavoro si protragga nel tempo. Questa comunicazione deve essere effettuata entro il mese di gennaio. Il reddito da comunicare è sempre quello lordo, nel caso in cui l’attività di lavoro sia quella dipendente. E’ anche necessario comunicare il reddito previsto nell’anno solare in cui si sta svolgendo il lavoro, che comunque l’Inps avrà la possibilità di desumere dalla comunicazioni obbligatorie. Non devono, invece, essere comunicati i redditi derivanti dalle attività socialmente utili, dai tirocini, dai lavori accessori e dal servizio civile.

I furbetti che abbiano deciso di non comunicare i redditi entro la data prevista, possono dire addio al reddito di cittadinanza. Non potranno nemmeno presentare una nuova domanda nel corso dei 18 mesi successivi. Quella che fino a qualche mese fa era solo una teoria, uno spauracchio, oggi è diventata una realtà: l’Inps provvede ad effettuare i controlli necessari e toglie il reddito di cittadinanza a quanti non abbiano rispettato le regole e la normativa. Finalmente i furbetti di turno saranno lasciati a secco!

Reddito di cittadinanza per chi ha un lavoro!
Nel caso in cui un beneficiario del reddito di cittadinanza si comporti correttamente e comunichi nei tempi previsti dalla legge l’avvio di una nuova collaborazione lavorativa, non è detto che perda automaticamente il diritto al sussidio. In questo caso, l’Inps provvederà a ricalcolare l’importo dell’assegno mensile, tenendo conto del reddito percepito. Si perderà il diritto a continuare ad incassare il sussidio solo e soltanto se il nuovo reddito comporti il superamento della soglia del reddito familiare previsto dalla normativa per beneficiare del reddito di cittadinanza.

Nel caso in cui la soglia sia inferiore a quella prevista dalla normativa – 6.000 euro nel caso di una persona sola – verrà effettuato un ricalcolo e il sussidio verrà tagliato. Cominciare un nuovo lavoro non comporta la perdita del reddito di cittadinanza, ovviamente più elevato è lo stipendio e maggiori sono le probabilità che il sussidio sia azzerato. Ma ovviamente, a quel punto, non c’è più bisogno di riceverlo.