Ennesimo atto firmato dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. Spinto dall’assessore alla Caccia e alla Pesca, Giancarlo Righini (noto per il suo zelo nel promuovere la doppietta). È stato già fissato il calendario venatorio per la stagione 2025-2026. Un regalo anticipato per i cacciatori, meno per la fauna selvatica.
Dal 21 settembre 2025 al 31 gennaio 2026, via libera a tre giorni settimanali di caccia, a discrezione dei titolari di licenza. Potranno scegliere fra lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica. Insomma, più giorni con il fucile in mano che senza.
Il calendario è già pubblicato
“Con largo anticipo rispetto ai tempi”, si compiace Righini. Come se accelerare i tempi per il calendario che autorizza la caccia fosse motivo d’orgoglio. Il provvedimento, frutto – a suo dire – di una concertazione col comitato venatorio regionale e del via libera dell’Ispra, viene presentato come un successo per le “categorie interessate”. Volendo ironizzare, possiamo confermare che gli animali non erano al tavolo.
Il cinghiale resta il bersaglio preferito. Abbattimenti autorizzati dal 1° ottobre al 31 gennaio, con regolamento a seguire. Come a voler sottolineare che le modalità importano meno della possibilità di sparare. Anche la “caccia di selezione”, un termine elegante per indicare un’eliminazione controllata, sarà gestita in base ai soliti piani regionali di prelievo.
Orso bruno marsicano, quali tutele?
Per l’area laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, si promettono (vaghe) misure a tutela dell’orso bruno marsicano. Specie a rischio e abitante di territori in cui si continua comunque a normare l’attività venatoria. Stesso discorso per l’isola di Ponza, che attende una sua regolamentazione specifica.
Il tutto, ovviamente, a patto che i cacciatori siano muniti di tesserino venatorio nazionale, e di uno specifico per la selezione: formalità burocratiche per legittimare l’attività predatoria.
Foto: eunews.it