Roma volta pagina: la battaglia per i rifiuti entra nella fase finale
Con un verdetto ormai definitivo, il colosso guidato da Acea Ambiente, affiancato da Suez Italy, Kanadevia Inova, Vianini e Rmb, si è aggiudicato l’epocale compito di costruire il tanto discusso termovalorizzatore della Capitale, destinato a sorgere nel cuore industriale di Santa Palomba. Il via libera è arrivato dopo l’attesa approvazione tecnica da parte dell’ente certificatore. Si è così aperta ufficialmente la strada alla firma del contratto di concessione tra Roma Capitale e RenewRome, la società che per oltre tre decenni guiderà l’impianto.
Dettagli burocratici e avvio cantieri questa estate
Nei prossimi giorni, si accenderà la macchina burocratica del Procedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR), coordinato dalla struttura commissariale e destinato a coinvolgere ogni organo competente in una maratona istituzionale. Se tutto seguirà i tempi previsti, i cantieri apriranno entro l’estate, dando inizio a un’opera che cambierà per sempre il destino del ciclo dei rifiuti romano.
Un progetto da 1 miliardo di euro
Un colosso da 600mila tonnellate annue di rifiuti indifferenziati e non riciclabili verrà alimentato da convogli ferroviari, nella speranza di ridurre traffico e inquinamento su gomma. Con un investimento titanico da 1 miliardo di euro, Roma tenta di affrancarsi dalla dipendenza umiliante dai viaggi della spazzatura verso altre regioni o oltreconfine, oggi economicamente insostenibili.
Obiettivo: chiudere le discariche
Questo impianto, pietra angolare del Piano Rifiuti 2023, si inserisce in un disegno più ampio: raggiungere l’agognato 70% di raccolta differenziata e cancellare le discariche dalla mappa. Non si tratta solo di incenerire: si punta a chiudere il cerchio del ciclo dei rifiuti, integrando il termovalorizzatore con l’intero sistema della differenziata.
Il Parco dell’Economia Circolare
Accanto all’impianto sorgerà un ambizioso Parco dell’Economia Circolare. Un’area che ospiterà laboratori di ricerca, coworking, una serra futuristica, un giardino aperto a tutti e persino una torre panoramica di oltre 70 metri, simbolo di rinascita urbana. Non mancheranno impianti ausiliari per recuperare metalli pesanti, una centrale fotovoltaica, una rete di teleriscaldamento, e un impianto sperimentale per catturare la CO2. Una sfida ai limiti dell’ingegneria ambientale.
Emissioni minime e recupero metalli
L’arsenale tecnologico messo in campo è tra i più avanzati esistenti: emissioni minime, al di sotto delle più rigide normative europee. Inferiori persino a quelle generate dal traffico di una strada cittadina. L’impianto sarà in grado di produrre 65 megawatt di energia elettrica e termica, abbastanza per alimentare circa 200mila famiglie. Ogni anno si recupereranno 10.000 tonnellate di acciaio, 2.000 di alluminio, 1.600 di rame: materie preziose strappate alle discariche. Oltre alla sfida ambientale, l’intervento promette una rigenerazione urbana profonda per l’area industriale di Santa Palomba: nuove infrastrutture, servizi, accessibilità. Una rinascita non solo tecnica, ma sociale.
Il Sindaco
Il Primo cittadino di Roma, Roberto Gualtieri, con tono fermo e visibilmente conscio del peso storico dell’annuncio, ha dichiarato: “Con questa aggiudicazione compiamo un passo decisivo. Roma, per troppo tempo prigioniera di un sistema inefficiente, potrà finalmente gestire i propri rifiuti in modo autonomo, moderno e sostenibile. Il termovalorizzatore, insieme agli impianti per il riciclo di organico, carta e plastica, ci permette di voltare pagina. Superiamo le discariche, i viaggi infiniti e i costi fuori controllo. Possiamo ora guardare al futuro, sapendo di avere strumenti all’avanguardia per ridurre di oltre il 90% l’impatto ambientale del nostro ciclo dei rifiuti”.
Foto e fonte: Roma Capitale