Variazioni alla mobilità per il Conclave e porporati a piedi

variazioni mobilità per il Conclave

Oggi inizierà il Conclave e tutto il mondo, non solo Roma, freme in attesa della fumata che annuncia il nuovo papa. Nella città l’emozione è palpabile con un clima di attesa e con le tante ipotesi sul nome del prossimo Pontefice. Ma l’atmosfera è anche tesa, in uno scenario impalpabile, dove le transenne tracciano confini invalicabili, il silenzio diventa regola e la viabilità si trasforma in una coreografia calcolata al millimetro.

Suor Raffaella Petrini

A dirigere questa macchina complessa, con l’efficienza e il rigore di una stratega, è suor Raffaella Petrini, segretario generale del Governatorato vaticano. È lei a firmare una nota che, più che un documento, somiglia a un ordine di mobilitazione, scandendo con precisione assoluta ogni disposizione logistica che accompagnerà il Conclave.

Piazza Santa Marta, fulcro nervoso dinanzi alla residenza dei cardinali elettori, è ora un altare blindato: sigillata, silenziata, svuotata di ogni passaggio. Né ruote né passi oltrepassano la linea invisibile che la separa dal mondo. È il punto più vicino alla Cappella Sistina, e per questo ne diventa l’epicentro muto, il cuore segreto del potere spirituale.

Suor Raffaella vigila come una custode inflessibile: Largo Braschi cambia volto e diventa un corridoio a senso unico alternato. Gli ingressi del Perugino e del Petriano si chiuderanno come diaframmi ogni volta che i cardinali si metteranno in movimento.

“Per salvaguardare la riservatezza e garantire la sicurezza del Sacro Collegio – recita la nota – sarà interdetto il traffico veicolare durante ogni loro spostamento”. I porporati avanzeranno a piedi, lungo via delle Fondamenta, oppure su pulmini ufficiali che sembrano scivolare nel silenzio come reliquie in processione.

L’inizio dell’isolamento

Alle 18 in punto di martedì 6 maggio, il cortile di San Damaso è stato chiuso. Un atto semplice, ma carico di simbolismo, che inaugura l’inizio dell’isolamento. Un’antica liturgia logistica, che suona come un addio temporaneo al mondo. Per chi lavora nei meandri della Segreteria di Stato o del Palazzo Apostolico, l’accesso diventa un pellegrinaggio. Si entra dal Cortile del Belvedere, si sale fino alla Seconda Loggia, e poi si scende a piedi alla Prima. Un itinerario che sembra una metafora: per toccare il cuore della Chiesa che elegge, bisogna prima elevarsi… e poi chinarsi.

Necessari percorsi alternativi

I percorsi alternativi non mancano, ma hanno il sapore dell’eccezione e sono per i dipendenti diretti alla Prefettura della Casa Pontificia o all’APSA. Questi dovranno entrare da Sant’Anna, attraversare il Cortile dell’Olmo, proseguire per Largo San Martino e infine inerpicarsi per la Scala Pio IX. Alla Floreria Vaticana invece, gli impiegati passeranno per il Cortile dei Pappagalli, un angolo che sembra appartenere a un’altra epoca. Per l’Associazione SS. Pietro e Paolo è stato predisposto un accesso interno tra le pieghe della Città Leonina, verso una scala sul Cortile del Triangolo.

Il Conclave è cominciato, e con esso, un’altra liturgia: quella invisibile, della disciplina e dell’attesa. Vuota per gli occhi, ma piena di presagi.

Foto: Google Maps