Allerta in diverse città. Il grande caldo fa vittime, morti anche due turisti in Sardegna

L’Europa brucia, e l’Italia piange. Il caldo assassino non dà tregua: quattro vite spezzate nel silenzio rovente di un’estate implacabile. Due anime perdute in Sardegna, un’altra in Lombardia, l’ultima in Liguria: la morsa del caldo non conosce confini né pietà.

Oltralpe

In Francia, un’altra tragedia. Una bambina di appena 10 anni si accascia e muore, forse stroncata da un arresto cardiaco causato da un colpo di calore, tra le mura della Reggia di Versailles. Una fine tragica e simbolica nel cuore della storia europea, mentre l’ondata di calore si fa implacabile giudice del presente.

L’Italia è soffocata ma anche investita dal maltempo

I termometri sfiorano i 40 gradi, le strade si svuotano, gli ospedali si riempiono. I malori aumentano con ritmo implacabile, come tamburi di guerra. Al caldo soffocante si aggiunge l’ira del cielo: nubifragi, raffiche di vento, grandinate improvvise flagellano il Piemonte e la Toscana. Il Palio di Siena, sospeso. I campanili bagnati dalla pioggia, ma non abbastanza per spegnere l’inferno climatico.

Il Protocollo Caldo

Il ministero e i sindacati, con le spalle al muro, corrono ai ripari: nasce il “protocollo caldo”, un tentativo di salvare chi lavora sotto un sole che non perdona. L’anticiclone Pluto continua il suo dominio: 40 gradi, e saliranno ancora. Venerdì si prevede l’apice, con 20 città segnate dal bollino rosso, simbolo di un pericolo che non è più allarme, ma realtà.

Si muore di caldo (letteralmente)

Le vittime si sommano come cifre in un bollettino di guerra. In Sardegna, due turisti crollano sulla sabbia, a pochi chilometri l’uno dall’altro. A Genova, un anziano di 85 anni muore dopo un disperato tentativo di soccorso. I pronto soccorso segnalano un’escalation di accessi, di corpi che cedono. Sulla A4, è stato trovato senza vita un camionista di 70 anni, scoperto all’interno della cabina bollente del suo mezzo. Un altro caduto silenzioso di questa guerra invisibile di un clima impossibile.

Dalla Toscana alla Lombardia

Intanto in Toscana l’afa cede il passo alla furia degli elementi: pioggia torrenziale, alberi abbattuti, rami spazzati via, strade come fiumi. Prato finisce sott’acqua in mezz’ora. Firenze, al buio per l’ennesima volta. Milano e Bergamo, sopraffatte da blackout e asfalto squarciato dal caldo.

Fermare il lavoro nelle ore calde

Le istituzioni reagiscono con decreti e ordinanze, si fermano le attività lavorative “esposte al sole” tra le 12:30 e le 16:00. Il Piemonte protegge i rider, simbolo estremo del lavoro svolto all’aperto, senza protezione alcuna.

Agricoltura e allevamenti

In tutto questo coltivazioni e allevamenti soffrono: frutti bruciati, latte che cala, e soprattutto, la sete. La siccità avanza con numeri da incubo: 164 milioni di metri cubi d’acqua in meno, e i campi urlano nel silenzio.

Questa non è più un’estate. È una resa dei conti.

Foto: Piazza Borsa