Un’intervista diretta, senza giri di parole…

Ci è venuto a trovare in redazione Enzo Blasi, fondatore del comitato “La passione di prendermi cura” e delegato alla Sicurezza Istituti di Vigilanza Regione Lazio (FdI) per parlare della situazione riguardante la sicurezza nella Capitale, delle emergenze nelle periferie e di una proposta concreta che coinvolge le istituzioni e gli Istituti di Vigilanza.
Qual è oggi, secondo lei, la priorità per Roma?
Ci sono delle priorità che richiedono interventi mirati e concreti. Roma è in continua evoluzione, anche per la forte presenza di varie etnie: ciò che serve è la capacità di mettersi in discussione, capire e attuare. Tutto intorno a noi è in movimento frenetico: non possiamo farci trovare impreparati.
A quali episodi recenti fa riferimento?
Gli episodi accaduti al Pigneto – il duplice omicidio di due cittadini cinesi, colpiti alla testa – e le aggressioni nella zona Don Bosco con nove feriti dimostrano che molti quartieri sono lasciati alla mercé di tutti.
Per conoscere i fatti leggi -> Roma, due episodi di violenza in pochi giorni: la Capitale sotto assedio
Che messaggio vuole rivolgere a chi governa la Capitale?
Mi rivolgo a chi ha responsabilità politiche: le mie preoccupazioni spesso vanno oltre il dibattito sterile delle aule consiliari. Se non capisci, se non ti prepari, sbagli. E quando sbagli, non paghi solo tu: pagano i cittadini.
È possibile, secondo lei, un’intesa tra le forze politiche?
Ne sono certo. Si può fare di più. Serve un accordo tra tutte le componenti politiche in Campidoglio per garantire quella serenità che oggi spesso manca nei quartieri.
C’è un modello virtuoso da seguire?
Sì, l’organizzazione per i funerali del Papa ha dimostrato che, quando si vuole, la macchina della sicurezza può funzionare. Gli obiettivi sono stati raggiunti, le risorse ben usate, le comunicazioni efficaci.
Cosa manca nel confronto su questi temi?
Credo che spesso manchi la mediazione. Ma ci sono margini per un’intesa tra quanto si è già fatto e quanto io propongo da tempo.
Qual è la sua proposta concreta?
Chiedo da anni che, durante la notte, laddove le forze dell’ordine non riescono a coprire tutte le emergenze, si attivi la collaborazione degli Istituti di Vigilanza. È una proposta seria, su cui si può lavorare insieme al Viminale, alla Prefettura, alla Questura, alle parti sindacali e datoriali.
Da dove partirebbe?
Dall’apertura di un tavolo di confronto sulla sicurezza, dall’intensificazione dei poteri, dall’aumento delle risorse e dei mezzi. Serve una presenza costante di controlli nelle periferie, ogni notte.
Come risponde agli scettici?
Chi mi conosce lo sa: non mi fermerò finché questa proposta non sarà realtà. È valida, attuabile e necessaria. Significa garantire sicurezza a tutti.
Qual è il suo giudizio sulla gestione passata della città?
Roma è stata amministrata male. È un dato di fatto. E chi vuole farci credere il contrario è spesso tra i responsabili di anni di malgoverno.
Il suo auspicio?
Che Roma torni ad essere tra le capitali europee più sicure. Questo deve essere l’obiettivo condiviso da tutte le forze politiche:
“Più sicurezza, più coesione, più futuro per Roma”