Coronavirus: un infermiere di Mirabella in Germania

da sinistra: Jessica Rafele, Emanuele Canino, Angelo Paglia, Calogero Palilla (in blu), Enrico Pennino
i colleghi italiani di Calogero Palilla (in blu – da sinistra Jessica Rafele, Emanuele Canino, Angelo Paglia, Enrico Pennino)

Da decenni molti mirabellesi vivono in Germania, un Paese dove l’emergenza coronavirus è stata affrontata in modo diverso rispetto all’Italia. Abbiamo raggiunto telefonicamente Calogero Palilla, un infermiere che svolge la sua professione nel Baden-Wurttemberg.

“Lavoro all’ospedale di Tubinga in una sala risveglio, ossia un reparto di osservazione breve (dai 30 minuti alle 2 ore e anche più) per i pazienti che hanno subito un intervento e dopo devono essere trasferiti in un reparto di degenza normale. Ogni paziente qui è collegato a un monitor che controlla i parametri vitali. In questo ospedale ho una decina di colleghi siciliani”.

Come vivi in Germania questa esperienza professionale ? “Sono arrivato in Germania nel settembre 2012 e dopo un corso di tedesco di 4 mesi ho iniziato a lavorare. Mi trovo a Tubinga da novembre 2016 e mi sono ambientato abbastanza bene, anche se la famiglia siciliana manca sempre. In questo periodo di coronavirus c’è della preoccupazione ma non mi lamento e spero che questa situazione finisca presto. Rispetto alla formazione professionale italiana, in Germania di diverso c’è il metodo di inserimento nel mondo del lavoro (alla fine del corso di studi di durata triennale l’infermiere viene inserito nel reparto che egli stesso sceglie e di solito può lavorare nell’ospedale dove si è formato, senza grosse difficoltà in caso di richiesta di trasferimento in Lander diversi). Qui c’è grande richiesta di personale sanitario e per l’infermiere italiano ci sono migliori occasioni di lavoro rispetto all’Italia. Si può ottenere subito un contratto di lavoro a tempo indeterminato, maggiori possibilità di cambiare reparto e la possibilità di fare corsi di specializzazione gratuiti all’interno della propria azienda ospedaliera. Per l’accesso dei cittadini all’assistenza sanitaria c’è l’obbligatorieta di avere un’assicurazione (metà dei costi viene pagata dal proprio datore di lavoro, metà dal cittadino)”.

Adesso a Tubinga si registrano circa 1150 contagiati e diversi ricoverati.

Rosario Scollo