Il caso Almasri, il generale libico scarcerato, sebbene colpito da mandato di arresto della Corte penale internazionale, ha gettato il governo in un vortice di polemiche. L’avviso di garanzia (favoreggiamento e peculato) inviato alla premier Meloni e ai ministri Nordio, Piantedosi e al sottosegretario Mantovano, ha acuito l’attrito con la Magistratura. Forza Italia pensa che sia il caso di un ritorno all’immunità, per ministri e parlamentari.
Benzina sul fuoco
Intanto una vittima di Almasri denuncia Meloni, Nordio e Piantedosi per favoreggiamento. “Il governo sapeva. Ha chiesto all’Aja riserbo sull’arresto”, queste le accuse di Lam Magok Biel Ruei, cittadino del Sud Sudan. L’Aja con un comunicato ufficiale ha chiarito che “su richiesta e nel pieno rispetto delle autorità italiane, la Corte si è deliberatamente astenuta dal commentare pubblicamente l’arresto dell’indagato”. Francesco Romano, il legale del cittadino sudanese afferma che il silenzio di Nordio “è stato chiaramente funzionale alla liberazione di Almasri”.
C’era una volta l’immunità e forse ci sarà ancora
Lo “scudo” dell’immunità, in parte tolto nel 1993, per gli effetti di Tangentopoli, potrebbe essere argomento di discussione politica, caldeggiato da Forza Italia. A rievocare la questione è Tommaso Calderone, il capogruppo forzista in commissione Giustizia alla Camera. “Credo che in questo momento storico non sia più un tabù discutere di immunità”.
Tajani
Cosa ne pensa di questa proposta soffiata il ministro degli Esteri e segretario di Fi, Antonio Tajani? Non si sbilancia, ma si dice possibilista: “Non ne abbiamo mai parlato – dice il vicepremier – ma potrebbe anche essere un’idea. Io personalmente non sono contrario, si dovrebbe discuterne per capire in quali termini. C’è da valutare eventualmente per quali reati e per cosa”, ha concluso Tajani.
Le opposizioni
Il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, scrive: “Questi sono in pieno delirio di onnipotenza. Facciano subito retromarcia su questa proposta e su queste intenzioni. Alziamo il livello di guardia prima che sia troppo tardi, dobbiamo opporci tutti insieme”. Dal Pd (e da tutti i partiti di opposizione) continua incessante la richiesta alla premier Meloni di venire a riferire in Aula. Anche se, da Palazzo Chigi è arrivata chiara la decisione che non sarà la premier Giorgia Meloni a riferire in Parlamento, nonostante la richiesta delle opposizioni e l’ostruzionismo del M5S in Aula. A farlo saranno infatti il ministro della Giustizia Carlo Nordio e quello dell’Interno Matteo Piantedosi.
Lo scontro politico è destinato ad inasprirsi ulteriormente, in particolare dopo la dichiarazione di Forza Italia sul ritorno all’immunità parlamentare.
Foto di di Lam Magok Biel Ruei, tratta dal web