Mes, Binetti (UdC): “Solo slogan sulla sanità, Recovery Plan non chiaro”

È molto polemica nei confronti delle politiche adottate finora in materia di sanità e Men la senatrice dell’UdC Paola Binetti a “Dire”:

“La dialettica intorno al Mes si va accentuando di giorno in giorno e spacca sia a destra, con Fi che la richiede con insistenza e la Lega che la rifiuta ad oltranza. Ma dove la tensione si va accumulando con maggiore intensita’ è nella maggioranza, con il Pd, ormai in posizione di netto vantaggio, che chiede il Mes come panacea di tutti i mali della nostra sanità e il M5S che lo rifiuta, come inutile ed eccessivamente costoso. In realtà la questione ‘Mes si o Mes no’ appare decisamente fuorviante, davanti alla mancanza di un Recovery Plan sufficientemente chiaro e concreto, che per ora resta un oggetto misterioso nei modi e nei contenuti, nei referenti, nei tempi di attuazione e nei criteri di valutazione. Il dibattito sul miglioramento strutturale della sanita’ appare finora attestato intorno ad una serie di slogan e di luoghi comuni che di innovativo non hanno proprio nulla, ma riecheggiano quel linguaggio sofisticato di una sinistra buonista e inclusiva a parole, ma nei fatti responsabile di alcuni dei tagli piu’ vistosi inferti alla sanita’ negli ultimi anni”.

“Per non parlare delle proposte dei Cinquestelle che, dopo i primi trenta mesi di governo con una alternanza di alleati, ora sembrano rimangiarsi tutto quello che hanno appena affermato e tentato di applicare, salvo verificarne l’impianto demagogico e cercare di fare una veloce marcia indietro. L’ipocrisia del M5S emerge con forza quando si tratta del Reddito di cittadinanza e dei flop clamorosi che emergono di giorno in giorno. Oppure di quella task force di navigator sparita nel nulla, salvo essere loro gli unici beneficiari a percepire ancora uno stipendio fisso. Ci sono poi le iniziative sottoscritte con la Lega, e ora accuratamente smantellate, come la famosa Quota 100 o la gestione dei migranti, rispedite al mittente degli ex-alleati, con la giustificazione di non averne saputo nulla a suo tempo o di non averne afferrato la portata, per cui e’ lecito affermare oggi di non essere stati d’accordo con loro ieri… In tutto cio’ il Mes sembra riscrivere l’alleanza Giallo-verde, a scapito di quella Giallo-rossa. Paradossi a cinquestelle”

“Eppure la nostra sanita’, a oltre 40 anni dalla sua riforma epocale, avrebbe bisogno di qualcosa di piu’ di una semplice operazione di maquillage. E i miliardi del Mes a dedicazione esclusiva alla Sanita’ potrebbero offrire un supporto effettivo, che va dalle infrastrutture digitali, a nuovi modelli organizzativi sia degli ospedali, Irccs e policlinici universitari inclusi, ma anche degli ospedali di lunga degenza, Rsa, hospice, ecc. L’isolamento fisico dei pazienti, separati dalle famiglie, senza nessuna possibilita’ di vedere e di essere visti, appare oggi anacronistico e soprattutto foriero di ulteriori motivi di disagio e di sofferenza per malati e famiglie. Urge una ristruttura degli spazi che consenta con l’uso di nuove tecnologie di mantenere un filo diretto con le persone care, anche in chiave terapeutica! Ma l’innovazione della tanto auspicata medicina territoriale richiede ai medici di famiglia un ruolo piu’ deciso nei processi decisionali e una funzione di cerniera con gli ospedali che consenta una prevenzione piu’ tempestiva e una dimissione protetta piu’ precoce. Una riflessione del tutto nuova in termini di economia sanitaria riguarda i costi delle nuove terapie geniche e cellulari, in cui si inseriscono la Car-T ad elevatissima personalizzazione. Diagnosticare prima, curare meglio, spingere l’acceleratore su riforme strutturali serie senza perdere di vista l’umanizzazione della medicina, sono sfide che non consentono operazioni di aggiustamento provvisorio. E per questo il Mes potrebbe rappresentare un volano tanto prezioso quanto irrinunciabile. Ma la domanda resta sempre la stessa: in quali mani questo volano potrebbe funzionare piu’, prima e meglio? E i dubbi restano pensando a demagogia e improvvisazione come binari tipici di un governo in costante contraddizione con se stesso”.