Senza voler entrare in merito alla contesa dei partiti che esortano al voto e quelli che invitano all’astensione, la realtà del “corpo elettorale” sembra definirsi chiara. Roma ha ricevuto oltre 9.500 richieste per votare nella Capitale ai referendum dell’8 e 9 giugno, da elettori fuori sede per ragioni diverse.
Senso civico
Una risposta, almeno nelle intenzioni, da chi ritiene che la chiamata alle urne non debba essere vanificata dal mancato raggiungimento del quorum. Un segnale che l’appello del Presidente Sergio Mattarella è stato recepito da molti, soprattutto dai giovani, poiché oltre la metà delle richieste arriva da studenti che sono a Roma per studio.
L’ondata di partecipazione democratica ha attraversato Roma. Migliaia di persone, pur non essendo residenti nella Capitale, hanno scelto di far sentire la propria voce alle prossime consultazioni referendarie. Sono cittadini provenienti da Comuni al di fuori della Città Metropolitana di Roma Capitale, che per ragioni di studio, lavoro o per ricevere cure mediche, si trovano temporaneamente a Roma per almeno tre mesi. A loro, Roma naturalmente aprirà le braccia, permettendogli di esercitare il diritto fondamentale al voto.
Nel dettaglio
Sono oltre 9.500 le domande complete e valide accolte da Roma Capitale:
-
Quasi 5000 studenti fuori sede,
-
circa 4.500 lavoratori lontani da casa,
-
un centinaio di persone in cura nella Capitale.
Dietro questi numeri si celano storie, sacrifici, sogni e ostacoli: giovani che hanno lasciato la propria città per formarsi, uomini e donne che lavorano lontano dalle famiglie, cittadini in lotta per la propria salute. Tutti uniti da un filo comune: la volontà di partecipare attivamente alla vita democratica del Paese, anche e soprattutto, se lontani da casa.
In attesa di conferma
Chi riceverà conferma, entro il 3 giugno, del proprio diritto di voto da parte del Comune di residenza, sarà ammesso al voto nella Capitale. A ciascuno sarà fornito un documento ufficiale con l’indicazione della sezione elettorale e dell’indirizzo presso cui potrà esprimersi.
L’amministrazione capitolina
L’assessore al Personale e ai Servizi anagrafici ed elettorali, Giulio Bugarini ha commentato: “Oltre 9.500 persone, pur non vivendo qui, potranno votare a Roma. Perché ci vivono temporaneamente e non avrebbero potuto tornare a casa per farlo. Come amministrazione, abbiamo lavorato con determinazione affinché a questi cittadini fosse riconosciuto un diritto costituzionale inalienabile: il diritto di voto. Siamo fieri di esserci riusciti. È un segnale forte di civiltà e partecipazione.”
Roma, ancora una volta, si conferma città accogliente, custode dei diritti, ponte tra chi arriva e chi decide di restare.
Immagine tratta da foto on line