La Legge a portata di mano
Rubrica Legale a Cura dell’Avvocato Francesco Figliomeni
Un nostro lettore scrive:
” Buongiorno Avvocato, nel mio quartiere la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade risultano spesso inadeguate, nonostante i cittadini paghino regolarmente la tassa sui rifiuti, che dovrebbe includere anche questi servizi. Quando l’ente gestore non adempie ai propri obblighi, quali strumenti ha a disposizione il cittadino per segnalare il disservizio in modo efficace? È possibile ottenere un rimborso o una riduzione della tassa rifiuti per il mancato svolgimento della pulizia delle strade e della raccolta dei rifiuti? Cosa fare? “
Con questo tema tocchiamo un nervo scoperto per molti poiché, come sappiamo, quella dei rifiuti è una problematica che affligge da sempre la nostra città ed i cittadini sono ormai, giustamente, davvero stufi.
Ponendola su questo piano si tratterebbe di una tematica di carattere prettamente politico, ambito nel quale i contribuenti possono manifestare rimostranze ai vertici dell’amministrazione comunale del proprio Comune affinché intervengano per una gestione più puntuale ed efficace nell’interesse generale. Tuttavia, guardando la tematica da un punto di vista esclusivamente giuridico, la questione è assai più intricata di quanto potrebbe apparire.
Partiamo col dire che la TARI è stata introdotta a decorrere dal 2014 ed è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, dovuto da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte in grado di produrre rifiuti, sia nell’uso domestico che in quello non domestico.
La ragione di tale prelievo è di garantire all’ente locale adeguate risorse per la copertura dei costi del servizio che viene effettuato per l’intera collettività e non quindi solo per i singoli utenti. Pertanto, si tratta di una prestazione avente struttura autoritativa: questo significa che la tassa è dovuta a prescindere, indipendentemente dal fatto che l’utente utilizzi in concreto il sistema di smaltimento dei rifiuti ed il presupposto è che in astratto ne si possa usufruire pienamente, non rilevando quindi in alcun modo la mancanza di volontà nell’adempimento al pagamento, come ha ribadito più volte la giurisprudenza.
Premesso ciò e per rispondere alle domande del lettore, è pertanto obbligatorio il pagamento della TARI. Tuttavia, la legge prevede delle ipotesi tassative in cui può avvenire una riduzione dello stesso:
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effettuazione del servizio di cui alla TARI in grave violazione della disciplina di riferimento;
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interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente;
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Riduzione della quota variabile proporzionale alla quantità di rifiuti speciali assimilati agli urbani che il produttore dimostra di aver avviato a riciclo, previste dal regolamento dell’Ente.
Alla Legge 147 n. 2013 art. 1 comma 657 è previsto che “nelle zone in cui non è effettuata la raccolta, la TARI è dovuta in misura non superiore al 40% della tariffa da determinare, anche in maniera graduale, in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta rientrante nella zona perimetrata o di fatto servita”. Al riguardo si è pronunciata la Corte di Cassazione che ha stabilito che queste riduzioni sono di carattere obbligatorio e, nel momento in cui si verificano, spettano di diritto, indipendentemente dalla loro previsione nel Regolamento Comunale. Con una pronuncia del 2020 statuiva che “spetta per il solo fatto che il servizio di raccolta, pur debitamente istituito e attivato nel perimetro comunale non venga poi concretamente svolto in una determinata zona del territorio comunale, purché tale zona sia di significativa estensione”. Ciò che però è importante capire è che spetta al contribuente dimostrare che ci siano gli adeguati presupposti normativi per ottenere tali riduzioni.
È importante precisare che la riduzione tariffaria non si sostanzia in un risarcimento del danno da mancata raccolta dei rifiuti, né in una sanzione per l’amministrazione comunale e/o l’azienda comunale inadempiente. È semplicemente una maniera per equilibrare la tassazione con i costi che il cittadino è tenuto comunque a sostenere nonostante la mancata raccolta.
Tuttavia, seppur una riduzione del pagamento del tributo TARI sia a dir poco doveroso relativamente alla città di Roma poiché tutti i quartieri versano spesso e volentieri in stato di disagio e trascuratezza con danni al decoro cittadino oltre che potenziali rischi per la salute di tutti noi, sul piano pratico è altamente improbabile che un’ipotesi del genere si concretizzi perché la riduzione dovrebbe avvenire per ogni quartiere e quindi per tutti i consociati.
L’unica cosa che potrebbe funzionare, come si diceva al principio di questo articolo, sarebbe farsi sentire in maniera incisiva dalle rappresentanze politiche al fine di ottenere un servizio puntuale, anche per evitare rischi per la salute, specie quando i rifiuti non vengono raccolti per periodi di tempo medio-lunghi vista anche la presenza di cinghiali, gabbiani, blatte e topi nelle vicinanze dei cassonetti.
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