Il “ristoro” per i negozi penalizzati dai lavori per il Giubileo

Un raggio di luce flebile, ma carico di speranza, si fa strada tra le pieghe di una crisi che da mesi soffoca i commercianti dell’area Vaticana. Per molti di loro, questo piccolo spiraglio potrebbe segnare la linea sottile tra il tracollo e la sopravvivenza.

Circondati da transenne, rumore e polvere, stretti nella morsa dei cantieri infiniti per il Giubileo, baristi, ristoratori e negozianti hanno visto le loro giornate svuotarsi, i clienti sparire, gli incassi crollare. Ora, finalmente, una mano tesa: il Campidoglio ha deciso di offrire un contributo economico. Fino a 10mila euro per attività, per tentare di risarcire almeno in parte le ferite lasciate da mesi di lavori.

La delibera

La misura nasce da una delibera firmata dal Dipartimento capitolino alle Infrastrutture (Simu) e ha già ottenuto l’approvazione della commissione Commercio. Manca solo il passaggio finale in Giunta perché diventi operativa. In totale, sono stati stanziati 400mila euro, una cifra modesta rispetto all’entità del danno, ma che potrebbe aumentare con la pressione dei rappresentanti del territorio.

La Commissione Commercio

“È solo l’inizio, ma è un passo cruciale”, ha dichiarato Andrea Alemanni, presidente della commissione Commercio. “Le perdite per molte attività sono state devastanti. Stiamo lavorando per aumentare il fondo”.

Il denaro verrà distribuito secondo criteri precisi: vicinanza al cantiere, metratura del locale, numero di dipendenti, e soprattutto il crollo del fatturato rispetto agli anni precedenti. Toccherà agli esercenti stessi dimostrare, carte alla mano, le perdite.

Le zone colpite

I ristori saranno destinati alle attività che si trovano all’interno di un perimetro ben delineato, ovvero quelle più direttamente travolte dal caos dei cantieri. Viale Ottaviano, Piazza Pia, Via dei Gracchi (numeri civici 3-29 e 6-32) e infine l’area dei Giardini di Dogali. È in questi luoghi che il silenzio ha sostituito il brusio dei clienti, dove le saracinesche restano abbassate anche in pieno giorno e i tavolini restano tristemente vuoti. L’autunno scorso, in Piazza Pia, i commercianti lanciarono un grido disperato: “Non entra più nessuno. La strada è un cantiere a cielo aperto”, minacciando licenziamenti a catena.

Si stima che circa 500 esercizi a livello strada possano rientrare nella misura, ma non tutti potranno beneficiarne: sarà necessaria una documentazione precisa, che certifichi la reale entità del danno economico subito.

Una prima crepa nel muro dell’indifferenza

“È un gesto che sa di giustizia”, racconta con amarezza un ristoratore di via Ottaviano, da mesi alle prese con un locale svuotato. “Siamo rimasti aperti per dignità, ma il passaggio è morto. Il cantiere ci ha spezzato. Ora, almeno, possiamo provare a rialzarci”.

Una speranza fragile, ma comunque necessaria. Un primo segnale che Roma, forse, non ha dimenticato chi ha resistito nel silenzio.

Foto: ilpost.it