Roghi nella Capitale e le fiamme divorano anche due depositi giudiziari

roghi a Roma due depositi giudiziari vanno in fumo

L’aria è ancora intrisa dell’odore pungente della distruzione. Il fuoco è stato domato, sì, ma il suo passaggio ha lasciato cicatrici profonde: lamiere contorte come ossa spezzate, vetri polverizzati, carcasse annerite di veicoli ridotte a relitti fumanti. Lunedì 30 giugno non sarà dimenticato: è il giorno in cui Roma ha sfiorato l’abisso.

L’inferno è esploso all’improvviso, poco dopo il pranzo, quando il cielo è stato squarciato dalle prime colonne di fumo. Alle 13 le prime richieste di soccorso. Poi, come un incubo che si propaga senza sosta, cinque incendi si sono accesi in successione rapida, colpendo quartieri distanti tra loro ma uniti dallo stesso destino di fiamme: Fiumicino, Ponte Galeria, Cesano, Capannelle e il Parco dell’Aniene.

Deposito in via della Chiesuola

Il fronte più minaccioso si è sviluppato tra Fiumicino e Ponte Galeria, in quella terra di confine che è diventata presto terra di fuoco. Un’area verde lambita da via Gemignano Montanari e via Portuense si è trasformata in miccia viva: le fiamme, alimentate dal vento e dalla vegetazione secca, hanno raggiunto un deposito giudiziario in via della Chiesuola, divorando ogni cosa al suo interno.

Deposito a Capannelle

Ma non era finita. A Capannelle, un altro incubo prendeva corpo. Le fiamme hanno ingoiato un deposito in via Casal Rotondo. Le stime iniziali parlano di circa 200 mezzi divorati dal fuoco – automobili, furgoni, motorini – ma il bilancio definitivo è ancora sospeso nell’incertezza. E resta una domanda inquietante: l’incendio è partito dall’interno o si è propagato da fuori, da sterpaglie mai rimosse?

Mobilitati tutti gli interventi

Le squadre dei vigili del fuoco, la protezione civile, i volontari e il personale sanitario sono intervenuti in forze. Ma nulla poteva arginare il caos in quei momenti. Le immagini sono eloquenti: esplosioni in serie, nubi di fumo visibili a chilometri, veicoli impilati ridotti a torce.

Il monito di Gualtieri

Il sindaco Roberto Gualtieri ha commentato: “Situazione gravissima, da seguire con la massima allerta. A Capannelle e a Ponte Galeria sono bruciati due depositi giudiziari. Roma non può tollerare che questi incendi diventino una consuetudine. Servono rigore, controlli, ma anche responsabilità collettiva”.

Ora è il tempo delle indagini. I rapporti dei vigili del fuoco e delle autorità competenti dovranno svelare cause e responsabilità, e capire se esiste un disegno dietro a questi focolai. L’estate è solo agli inizi, ma il timore serpeggia: ciò che abbiamo visto potrebbe non essere che il primo atto di una stagione di fuoco.

Foto generica tratta da ladige.it