Rogo all’ex Mira Lanza, in fiamme immondizia e bombole di gas

Roma, il quartiere Marconi si è destato in un incubo denso di fumo e terrore. L’alba, invece di portare luce, è stata inghiottita da una coltre nera, mentre il silenzio del mattino veniva infranto da esplosioni minacciose e fiamme.

Sono da poco passate le cinque quando un inferno di fuoco prende vita tra i ruderi dell’ex Mira Lanza di via Pierantoni 7, nei pressi del Teatro India, nel Municipio XI. Lo stabilimento che un tempo era un glorioso saponificio, oggi è un relitto dimenticato affacciato sul Tevere.

Una miccia silenziosa che aspettava solo un innesco

Il fuoco si è nutrito voracemente di montagne di rifiuti, abbandonati tra le mura sgretolate dell’edificio, spesso rifugio precario di chi non ha più nulla. Ma l’incubo ha assunto contorni ancor più sinistri quando, nel cuore del rogo, i vigili del fuoco hanno rinvenuto venti bombole di gas, bombe silenziose in un cimitero di macerie infiammabili.

Una bomba pronta a esplodere in città

Le esplosioni hanno fatto tremare le finestre, il fumo ha reso l’aria irrespirabile. Decine di cittadini, impauriti, hanno affollato le linee d’emergenza. In pochi minuti, l’area è stata invasa da sirene: vigili del fuoco, ambulanze, forze dell’ordine. Una mobilitazione da zona di guerra. Non si segnalano feriti, ma al territorio e all’ambiente, le ferite restano, profonde e ancora da valutare.

Non è la prima volta

L’ex Mira Lanza non è nuova a questi incendi. Da anni è l’epicentro di un degrado mai davvero contrastato, nonostante promesse, progetti e intese istituzionali. Lo scorso aprile, l’Università Roma Tre aveva annunciato, in sinergia con il Comune, la trasformazione del sito in una residenza universitaria. Ma da allora, il nulla. Nessuna pulizia, nessuna bonifica. Solo silenzio e rifiuti.

Dalla speranza al disincanto, le accuse

Durissimo j’accuse del consigliere municipale Marco Palma (FdI), che non risparmia critiche. “Dal 20 maggio è in vigore un’ordinanza antincendi. Eppure Marconi e Ostiense continuano a respirare diossine. È l’ennesima pagina vergognosa di un copione già visto. Enti che si rimpallano le responsabilità, cittadini abbandonati, e un sindaco che non interviene. Qui si gioca con la salute pubblica”.

L’incendio proprio nel giorno dell’avvio del riscatto urbano

Il destino beffardo ha colpito l’ex stabilimento proprio quando le ruspe e i tecnici avrebbero dovuto segnare l’inizio concreto del risanamento e della rinascita. Le fiamme hanno invaso l’area, trasformando in cenere e fumo l’attesa e la speranza. L’ambizioso progetto di rigenerazione, che prevede la nascita di uno studentato universitario, una foresteria per docenti internazionali e la creazione del Parco Papareschi, è oggi al centro di un inquietante episodio su cui è doveroso fare piena luce.

Maurizio Veloccia

“È un atto gravissimo – dichiara con fermezza l’assessore all’Urbanistica, Maurizio Veloccia – e colpisce proprio il giorno in cui erano state fissate le prime azioni operative. A partire dal sopralluogo congiunto di Risorse per Roma e del Dipartimento Patrimonio. Ma questo rogo non piegherà la volontà di riscatto. Il cronoprogramma va avanti: lo sgombero e le operazioni di bonifica partiranno, come stabilito, il prossimo 16 giugno”. Veloccia ha inoltre precisato: “Al di là delle polemiche, è importante ricordare che questa amministrazione ha finalmente dato concretezza agli interventi attesi da anni, con un patto di rilancio con l’Università Roma Tre”.

Investimenti importanti

L’assessore Veloccia prosegue tracciando i contorni di un impegno imponente. “Quasi 3 milioni di euro già stanziati per la bonifica e la progettazione degli interventi. 800 mila euro supplementari destinati alla rimozione dei rifiuti e alla messa in sicurezza dell’area. Roma Tre, inoltre, investirà circa 30 milioni di euro per rifunzionalizzare l’intero complesso. Il percorso verso la rinascita è stato ed è tuttora estremamente delicato. Non solo per la precarietà strutturale dell’area, ma anche per le fragilità umane presenti negli edifici occupati. Le persone all’interno sono state oggetto di un censimento accurato da parte del Dipartimento Sociale lo scorso 22 maggio. Tecnologie avanzate, tra cui droni e scanner 3D, sono state impiegate per garantire l’accesso sicuro alle strutture per l’avvio del cantiere”.

Il Municipio

Anche il presidente del Municipio XI, Gianluca Lanzi, interviene con voce ferma. “L’incendio di questa mattina, grazie al pronto intervento dei Vigili del Fuoco, delle forze dell’ordine e della Polizia Locale, fortunatamente non ha causato vittime. E non arresterà il nostro cammino. Il cronoprogramma definito il 14 maggio resta inalterato. Dopo il censimento degli occupanti, il 16 giugno prenderanno il via le operazioni di sgombero, bonifica e sorveglianza dell’area. Abbiamo richiesto l’immediato supporto di ARPA Lazio per effettuare i rilevamenti ambientali: i primi esiti saranno disponibili i poche ore, secondo i protocolli previsti”.

Che si sia trattato di un incidente o di un atto doloso, ora, sul lungotevere, resta lo spettacolo delle pareti annerite dell’ex fabbrica, e il caos.

Foto: sito istituzionale di Roma Capitale