Striscione contro i referendum davanti sede CGIL Roma e Lazio

Nella notte scorsa, quando le luci della Festa della Repubblica si erano ormai spente, è arrivata la provocazione. Proprio davanti alla sede della CGIL di Roma e Lazio, è apparso uno striscione. Un messaggio che non porta firma, non rivendica appartenenze, ma che urla forte il suo intento: scoraggiare. Solo che lo fa in forma anonima.

Lo ha reso noto il sindacato

È stato lo stesso sindacato a denunciare il fatto, con parole accese e cariche di indignazione. In un post pubblico, la CGIL ha puntato il dito contro il clima rovente degli ultimi giorni, alimentato – a loro dire – anche dalle parole delle istituzioni. “Perfino la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – si legge – contribuisce ad alzare la temperatura, dando voce a un linguaggio che può diventare miccia per atti come questo”.

Il messaggio sullo striscione è beffardo nella sua semplicità: “8 e 9 giugno tutti al mare”, seguito da un “vaffa” alla Cgil, però scritto in inglese, che fa figo. Un invito alla diserzione, una derisione della partecipazione democratica. E, come nelle scene più cupe di un dramma già scritto, l’attacco avviene nel buio della notte. Nessun volto, nessuna responsabilità. Solo l’eco del disprezzo.

Botta e risposta

È chiaro che qualcuno ha voluto replicare alla manifestazione che il 2 giugno ha preceduto la Parata per la Festa della Repubblica. La Cgil Roma e Lazio aveva infatti esposto uno striscione sui 79 anni del voto alle donne, rimarcando l’importanza della partecipazione al voto. Aveva anche distribuito volantini col richiamo a recarsi alle urne per i referendum.

Colosseo, 2 giugno, lo striscione dei 79 anni del voto alle donne

L’ammonimento della Cgil

“Chi agisce così – denuncia la CGIL – sa di non avere il coraggio delle proprie idee. Sa di essere nel torto. Sa di appartenere alla parte sbagliata della storia”. E dal sindacato incalzano: “Noi non ci pieghiamo. Noi ci siamo. Senza paura. Alla luce del sole”.

Il conto alla rovescia è iniziato: l’8 e il 9 giugno, i cittadini saranno chiamati a votare su temi fondamentali: lavoro, appalti, sicurezza. In una mobilitazione che ha smosso coscienze e scatenato reazioni feroci. La CGIL, però, lancia un appello che è anche una sfida: “Votare è un atto di resistenza civile. Hanno già perso quelli che pensano di spegnerne la forza”.

Foto agenzianova.com