TREVI NEL LAZIO. La vergognosa lite delle mascherine, la replica di Cecconi

È davvero triste e sconfortante assistere a dibattiti politici in un momento talmente delicato, ma soprattutto intervenire in difesa di due cittadini denigrati da una amministrazione comunale su una pagina istituzionale Facebook e addirittura su una testata locale, con la sola colpa di essersi prodigati per una donazione di mascherine, mettendo in luce anche la situazione finanziaria di uno di questi, fatti che dovrebbero rimanere privati.

Un gesto spontaneo che è stato fatto senza nessun fine propagandistico se non quello di aiutare la popolazione di Altipiani di Arcinazzo, da troppo tempo dimenticata da questa amministrazione trebana, che si è fatta presente con qualche leccata di asfalto in vista delle elezioni.

Di seguito il comunicato apparso sulla pagina social Amministrazione Trevi nel Lazio

COMUNICATO STAMPA

In relazione ad alcune notizie uscite sui social nelle quali si dubitava dell’acquisto delle mascherine da parte del Sindaco, si precisa che lo stesso Sindaco allega le fatture di acquisto delle stesse, per un totale di € 1.464,00 consapevole che ciò è di dubbio gusto, purtroppo è l’unico modo per replicare agli stupidi sospetti che vengono agitati solo per fare campagna elettorale.
Tant’è che sempre gli stessi social esaltavano l’azione del sig. Amati Piero che avrebbe donato le mascherine ai cittadini affidandole alle cure del sig. Cecconi Vincenzo.
Premesso che non vogliamo sapere come siano state distribuite (se siano state chiamate persone e fatte andare nella casa privata del sig. Cecconi, se il sig. Cecconi si sia messo in mezzo alla strada a distribuire le mascherine oppure se il sig. Cecconi sia andato casa per casa a distribuire le mascherine, tutte cose vietate dalle disposizioni vigenti, ma su ciò non vogliamo sentenziare), quello che ci preme è capire perchè il sig. Amati Piero, avendo ricevuto o comprato o in donazione … le mascherine (sarebbe bello che anche lui mostrasse le fatture di acquisto in modo da tacitare le voci che circolano nel nostro territorio e soprattutto in un paese vicino circa la provenienza delle stesse), come mai non abbia dato queste mascherine per distribuirle a delle associazioni, al Comune, o a qualunque altro ente ritenuto opportuno, ma si sia affidato al sig. Cecconi Vincenzo che tra l’altro è stato assessore al commercio del Comune di Trevi.
Qui sorge un altro problema sollevato dal consigliere di minoranza, Bianchini Pietro, e cioè il fatto che l’attuale amministrazione si fosse comportata male con il sig. Amati Piero, non concedendogli una dilazione nei pagamenti delle tasse arretrate sull’occupazione del suolo pubblico del mercato che lo stesso non avrebbe pagato, ovviamente la dichiarazione del consigliere Bianchini Pietro è priva di fondamento e sarebbe bastato fare un accesso agli atti per vedere com’era la reale situazione della posizione, a tal proposito avrebbe dovuto e potuto chiedere e pretendere spiegazioni dall’ex assessore al commercio Cecconi Vincenzo.

Al di là del fatto che dovrebbe essere dovere di ogni amministrazione comunale fornire gratuitamente in questa situazione tutti i presidi medici necessari, troviamo disdicevole che venga criticato un cittadino che liberamente decida di fare una donazione affidandosi a una persona di tutto rispetto come Vincenzo Cecconi, che non è stato solo un amministratore ma è attualmente anche comandante di Polizia Locale; una scelta basata sulla fiducia, che evidentemente non è riposta in chi in questo momento occupa gli scranni trebani.

Di seguito la replica di Vincenzo Cecconi comparsa sul suo profilo Facebook

QUANDO IL POTERE E’ ARROGANZA E L’IGNORANZA POLITICA E’ FATTA POTERE!

Sono stato tirato in causa dalla pagina facebook ufficiale del nostro comune “Amministrazione Comunale di Trevi nel Lazio, anzi, chiamiamo le cose per quello che sono: sono stato pubblicamente attaccato nell’evidente intento di sporcare la mia persona, oltre che di intimorirmi. Ancora non hanno capito che hanno sbagliato persona!

1) Mi attaccano accusandomi di aver collaborato, nella distribuzione, con un cittadino, Piero Amati, residente in Trevi, loc. Altipiani, il quale, LIBERAMENTE E CON IL PROPRIO DENARO, ha acquistato 750 mascherine da regalare ai propri concittadini, questo in un momento in cui c’era e c’è grande smarrimento tra la gente, anche per la difficoltà di reperire uno strumento utile per la tutela delle persone e della stessa comunità. Non è la prima volta che sono oggetto delle “attenzioni” dell’istituzione locale, evidentemente sono ossessionati dalla mia persona, mi temono e cercano di colpirmi con ogni sistema, in modo diretto o di traverso che sia;

2) Usano un mezzo istituzionale, uno spazio che dovrebbe essere di tutti e dove tutti dovrebbero avere il diritto di esternare il proprio pensiero, ma dove, allo scrivente, unitamente a consiglieri di minoranza, VIENE NEGATO DI ACCEDERE E REPLICARE, e questo solamente per mettere a tacere gli avversari. Comportamento riscontrabile solo nei sistemi dittatoriali! E già questo basterebbe a qualificare l’amministrazione locale che ci governa in questo momento;

3) Ad una persona come Piero Amati, un’amministrazione seria, serena e priva di quell’astio e di quel livore che invece caratterizza quella trebana, avrebbe dovuto conferire un encomio pubblico, qui, invece, le persone benemerite si additano al pubblico ludibrio;

4) Anche se sono convinto che né io, né Piero Amati, dobbiamo dare spiegazioni per il nostro legittimo e, semmai, meritorio operato, tanto più che avvenuto per il bene e l’utilità del prossimo. Dato, però, che le nostre vite sono state sempre vissute all’insegna della trasparenza, a parte il tempo, qualche delucidazione non mi costerà più di tanto.

Intanto preciso che non è certo Piero Amati a dover mostrare fatture, per quella che, con tutta evidenza, è un suo atto di liberalità, legittimo quanto apprezzabile. L’azione è la sua, i soldi sono i suoi e non deve renderne conto a nessuno. Anche perché, se la logica fosse questa, allora, analogamente, andrebbe chiesto conto anche ad altre persone che privatamente si sono prodigate in iniziative benefiche. Il che sarebbe chiaramente ridicolo e assurdo, tanto quanto l’aver tirato in mezzo a questa polemica il sottoscritto e Piero Amati. Salvo che qualcuno sia convinto che la beneficenza debba passare solo dalle porte di Palazzo Speranza o essere appannaggio di chi è simpatico all’Amministrazione stessa.

Ad ogni modo, solo a puro titolo di cronaca, le mascherine, acquistate ed in parte affidate al sottoscritto (come ho pubblicamente scritto sempre sulla mia pagina fb) sono state, in gran parte, consegnate a tre associazioni di Trevi, le quali, sicuramente ne hanno fatto un ottimo e proficuo utilizzo, altre sono state consegnate ad attività commerciali attualmente aperte (le quali ne hanno bisogno più di ogni altro, anche per la tutela dei clienti), altre sono state distribuite a chi ne ha fatto richiesta e sono state consegnate nel perfetto rispetto delle regole di circolazione e del distanziamento sociale.

Semmai, patetica, persino umiliante, ed a rischio assembramento, sono state le distribuzioni, a vario titolo, avvenute da parte del Comune, presso l’ufficio protocollo, in quanto i cittadini sono stati costretti a mettersi in fila, in mezzo alla strada, con consegna del dovuto, rigorosamente a cura di amministratori (e poi gli altri fanno campagna elettorale!).

Trovo, invece, sgradevole e poco elegante l’ostentazione della fattura con cui il sindaco mostra, urbi et orbi, il pagamento di mascherine distribuite dal comune. Se, poi, di tasca sua o di un benefattore occulto, questo non è dato sapere. Certo è che, mentre Piero Amati ha fatto un gesto nel silenzio ed a renderlo pubblico è stata una terza persona (cioè, io), Grazioli si fa, da solo, la pubblicità sulla pagina facebook istituzionale del comune. Complimenti!

Ancor più disdicevole il riferimento a presunte pendenze del benemerito Pietro Amati verso il comune di Trevi. Chi parla, evidentemente, non sa quel che dice, innanzitutto perché, casomai, se esiste un problema è tra una società ed il comune, mentre la persona sopra nominata non c’entra proprio nulla (almeno da quanto ne so io); poi, cosa ancora più grave per chi ricopre ruoli pubblici, un organo politico viene a conoscenza di situazioni tributarie individuali e, in spregio al loro mandato e alle istituzioni che dovrebbero rappresentare, le spiattellano pubblicamente.
Alla faccia della serietà e, soprattutto, della privacy e del segreto d’ufficio.

Ecco a chi stiamo in mano! A persone che, profittando della loro posizione, acquisiscono informazioni e le usano per colpire le persone a loro non gradite.

Non mi preoccupa che venga fatto il mio nome, anche se ingiustamente e per imputarmi fatti e circostanze deformate, ovvero solo per gettare fango sulla mia persona. Anzi! Essere accusato, con mezzo istituzionale, da chi oltraggia, ogni giorno, questo paese; da chi ha portato il comune di Trevi al tracollo finanziario; da chi non sa stare vicino al popolo (che li ha eletti) nel momento del bisogno; da chi attacca i cittadini che fanno del bene, PIU’ CHE UNA VERGOGNA E’ UN VERO E PROPRIO ONORE!

Invece, l’unica vergogna che provo attualmente, da cittadino, è che il mio paese sia rappresentato da questa orda di barbari.

La popolazione è avvisata: sono queste e altre, le volgarità e gli attacchi vili che prevarranno, da qui alla prossima tornata elettorale. Ma almeno potete vaccinarvi: intanto, però, già sapete da quale parte arriveranno!