Trump attacca Springsteeng, Beyoncé, Bono e Oprah “pagati da Kamala Harris”

L’accusa alle popstar

Donald Trump, eterno protagonista e ora anche critico musicale non richiesto, ha deciso di rispolverare la tastiera su suo social “Truth” per lanciare l’ennesima crociata. Questa volta se l’è presa coi cantanti e le celebrità che hanno osato sostenere Kamala Harris nella sua corsa alla Casa Bianca.

Con un post piuttosto velenoso, il tycoon ha annunciato che chiederà un’indagine su ciò che lui definisce “concerti sospetti”. Secondo il presidente Usa, Kamala avrebbe scucito denaro per convincere le star a dichiararsi suoi fan. Roba da FBI, ovviamente.

Il solito sospetto: il Boss

Primo bersaglio? Bruce Springsteen, alias “il Boss”, che però secondo Trump si comporta più da impiegato svogliato che da capo carismatico. Non è la prima volta che Trump lo apostrofa con epiteti degni di una rissa da bar. Stavolta, però, rincara la dose chiedendosi con fare scandalizzato: “Ma quanto ha sganciato Kamala per quella performance moscia di Springsteen? E se la sostiene da sempre, perché farsi pagare?

La domanda retorica lascia spazio al sospetto che tutto ciò sia una gigantesca mazzetta mascherata da assolo di chitarra. “Una donazione illegale con luci da palcoscenico”, insinua Trump con la finezza di un elefante in un negozio di porcellane.

Gli altri presunti “venduti”

Donald Trump non si ferma lì e parte con il “name dropping” degno di un giornaletto di gossip: “E Beyoncé? Oprah? Bono? Quanto hanno incassato per sorridere davanti a una telecamera e dire che Kamala è fantastica?”.

A quanto pare, per lui ogni performance a favore della democratica è una bustarella mascherata da spettacolo. “Chiederò un’indagine, non si possono comprare endorsement come si compra un pacco di patatine!” sbotta indignato. Mentre con l’altra mano probabilmente cerca su Google la definizione di “intrattenimento”.

Trump, il patriota

Per Trump, i concerti a sostegno della Harris non erano altro che una scusa kitsch e costosissima per mascherare il fatto che alle sue serate non si presentava neanche il catering. E l’accusa finale è da Oscar: “Questi intrattenitori, tutti col passaporto antipatriottico, hanno solo sfruttato un sistema già marcio per guadagnarci su. Altro che amore per la politica!“.

Insomma, in fondo l’America è un Paese libero, giusto? E poi, sul suo social il presidente sarà libero di scrivere ciò che vuole, no? Quello che secondo alcuni appare singolare è che abbia tirato fuori questa accusa adesso, a chi giovano queste illazioni? Magari era più logico trattare l’argomento in campagna elettorale, che seppure ridicolo, avrebbe almeno avuto un senso logico.

Foto: alanfriedman.it