Il Governo guidato da Giorgia Meloni continua a portare avanti la sua agenda politica, nonostante le frequenti critiche e contestazioni pubbliche. In particolare, durante il suo intervento agli Stati Generali dei Commercialisti 2025, tenutisi alla Nuvola di Roma, la Premier Giorgia Meloni ha rilanciato con forza una delle promesse chiave del suo governo: la riduzione delle tasse per il ceto medio, una fascia di popolazione spesso trascurata ma fondamentale per l’economia italiana.
“Il nostro lavoro non è finito – ha dichiarato – vogliamo fare di più e concentrarci oggi sul ceto medio, che è la struttura portante del sistema produttivo italiano”
Secondo quanto dichiarato, la riforma interesserà i contribuenti con redditi compresi tra 28.000 e 60.000 euro, attualmente collocati nel secondo e terzo scaglione IRPEF. L’obiettivo è ridurre l’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33%, e applicare la stessa aliquota anche ai redditi fino a 60.000 euro, che oggi sono tassati al 43%. Questo intervento potrebbe tradursi in un risparmio fiscale fino a 1.440 euro annui per chi si trova al limite superiore della fascia.
Questa misura si inserisce nel più ampio processo di riforma dell’IRPEF, già avviato nel 2024 con l’unificazione dei primi due scaglioni e la riduzione dell’aliquota al 23% per i redditi fino a 28.000 euro. Il nuovo passo punta a rendere il sistema fiscale più equo e meno penalizzante per chi produce reddito, in linea con la visione del governo di premiare il merito e sostenere famiglie e imprese.
Come prevedibile, la proposta ha suscitato reazioni contrastanti. Da sinistra si sollevano critiche sulla riduzione della progressività fiscale, mentre il centrodestra difende la scelta come un atto di giustizia verso una classe media spesso considerata “ricca” solo per motivi fiscali.