Ponte del 2 Giugno, bilancio non entusiasmante per le spiagge libere

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Servizi non all’altezza nel litorale romano

Il caldo estivo arriva in città, e con esso è torna l’immancabile esodo verso il litorale romano. Dietro l’entusiasmo da weekend lungo, c’è però il solito copione di disorganizzazione e inefficienze che si ripresenta puntuale.

Nel ponte del 2 giugno, Ostia e Capocotta si sono trasformate in un sovraffollato mosaico di teli e ombrelloni. Ma insieme ai bagnanti, sono tornati anche i problemi irrisolti: strutture fatiscenti, servizi ridotti all’osso e una gestione pubblica che arranca, incapace di offrire un’accoglienza degna di una capitale europea.

Ritardi

Nonostante un mese di tempo dall’invasione del primo maggio, i miglioramenti sono stati minimi e del tutto insufficienti. Alcuni lidi storici, come il Kursaal, provano a riemergere da anni di abbandono, ma sembrano più vittime della burocrazia che protagonisti di una vera rinascita. Altri restano chiusi, prigionieri di concessioni ferme sulla carta e assenti nella realtà, mentre il Campidoglio tenta (con ritardo) di mettere ordine con bandi poco incisivi.

Ostia Ponente forti criticità

Le poche spiagge libere attrezzate comunali si difendono, offrendo il minimo sindacale. Bagni chimici, qualche lettino, distributori automatici. Ma appena ci si sposta verso Ostia Ponente, lo scenario cambia drasticamente. Tre arenili senza alcun gestore, affidati provvisoriamente a Zetèma, offrono solo servizi essenziali e null’altro. Manca tutto, dai chioschi ai punti ristoro, mentre l’estate è solo all’inizio.

Dove sono i bandi per le concessioni?

Castelporziano, invece, sembra uscita da un film distopico. Chioschi chiusi da tempo, rifiuti accumulati ovunque fino all’intervento tardivo di Ama, e servizi igienici in condizioni indegne. I bagnini, assenti. Il piano di rilancio tramite project financing è naufragato senza appello e del nuovo bando per le concessioni non c’è ancora traccia.

Va meglio a Capocotta

Unica eccezione, Capocotta: un fragile baluardo di decenza in mezzo al caos. Chi riesce a superare l’impresa del parcheggio trova uno spazio curato, grazie a gestori capaci e finalmente dotati di una concessione pluriennale.

Ma il quadro generale resta desolante, tra nostalgia per spiagge che furono e la solita capacità dei romani di adattarsi al peggio. Insomma, il mare continua a essere un miraggio di normalità in una costa dove l’estate sembra essere sempre una sorpresa e mai un evento da preparare per tempo.

Foto: consumatori.it