Roma maxi-operazione dei carabinieri contro il narcotraffico, 13 arresti

Dopo il blitz di maggio, che aveva portato all’arresto di 11 persone con l’accusa di far parte di un’organizzazione dedita allo spaccio, il cerchio non si è chiuso, anzi, si è allargato. Alle prime ore dell’alba di oggi, martedì 10 giugno, diretti della DDA della Procura di Roma, i Carabinieri della Compagnia di Frascati hanno dato il via a una nuova operazione. Tredici nuovi indagati sono stati raggiunti da un’ordinanza cautelare. Otto sono finiti dietro le sbarre. Cinque sono agli arresti domiciliari, controllati da un braccialetto elettronico. Tutti gravemente sospettati, ciascuno con un ruolo ben preciso, di essere parte attiva in una rete di spaccio estesa e ramificata, che avrebbe coinvolto perfino dei minorenni.

Come si muoveva la rete

Le indagini, condotte con pazienza dai militari dell’Unità Operativa di Frascati, si sono sviluppate tra l’autunno del 2021 e la primavera del 2022. Un’indagine fatta di pedinamenti, ascolti silenziosi e occhi sempre puntati su ogni movimento. Così è stato smascherato un meccanismo criminale rodato, strutturato e capillare, radicato in diverse aree di Roma e oltre. Cocaina e hashish circolavano in quantità da “grossista”, dai 100 grammi in su. Con forti picchi in quartieri noti alle cronache come Tor Bella Monaca, Borghesiana, Finocchio, Vermicino, Fidene e Spinaceto, fino a Guidonia Montecelio, in particolare la zona dell’Albuccione.

Gli ordini

Partivano da un’app di messaggistica. Comunicazioni camuffate, per far sembrare una compravendita di tutt’altro genere. Un linguaggio in codice, uno stratagemma per sviare le intercettazioni, mentre la droga viaggiava su auto a noleggio, mezzi presi e restituiti in modo da non lasciare tracce.

Il codice segreto: il ‘token’ della criminalità

Tra le tecniche emerse, una in particolare colpisce per freddezza e organizzazione: il cosiddetto “token”. Chi voleva ritirare la droga doveva mostrare il numero di serie di una banconota da 5 euro, ricevuta tramite app. Una parola d’ordine silenziosa, che autorizzava il prelievo della sostanza, come in una sceneggiatura dal sapore noir.

Al centro della rete, una figura femminile: la compagna del presunto capo, custode dei conti e incaricata, secondo gli inquirenti, di coordinare eventuali “punizioni” per chi tradiva il patto. Alcuni degli affiliati, infatti, non esitavano a circolare armati.

Oggi, dopo il primo affondo di maggio, un nuovo colpo è stato inferto. Tredici nuove figure sono emerse. E l’inchiesta continua, con l’obiettivo di estirpare dalle strade una rete che, fin troppo a lungo, ha avvelenato la Capitale.

Foto: zonaromanord.it