Ripensando al passato, alla Rivoluzione industriale, al treno, all’automatizzazione dei processi lavorativi agricoli e industriali, si perdono nella memoria le tappe che hanno segnato l’evoluzione. Macchine che “rubano” il lavoro agli operai, sistemi che sopperiscono al controllo umano, impianti automatizzati e autonomi in grado di “costruire cose”.
C’era una volta
Chi ha qualche anno in più non faticherà a ricordare certe figure professionali ormai vanificate e sostituite dalla moderna tecnologia. Si prendeva il tram e si pagava il bigliettaio in vettura, mentre l’autista muoveva il pesante mezzo sulle rotaie. Antichi ragionieri tiravano fuori dal taschino la matita e facevano di conto, ma poi sono stati pensionati da un più efficace foglio Excell. I ragazzini giocavano e sudavano per ore rincorrendo un pallone in mezzo alla strada, oggi i loro nipoti preferiscono il Fantacalcio sul tablet.
Il progresso non si ferma con le mani
Un intelligente giornalista, parlando di questo fenomeno, disse che il progresso non si ferma con le mani, a voler significare che è inutile opporsi al cambiamento. Il suo pensiero non era critico ma cosciente e nel contempo ammoniva quei comportamenti ostativi e nostalgici. Il giornalista era Maurizio Costanzo e nell’esprimere questo concetto invitava a riflettere sulle innovazioni che hanno facilitato la vita dell’umanità.
Oggi i progressi tecnologici in ogni campo consentono, ad esempio, di salvare vite, esplorare, analizzare e replicare, Ma anche velocizzare le operazioni.
L’informatizzazione
Il processo dell’informatizzazione è, dopo l’avvento di radio e tv, certamente quello che ha segnato significativamente la linea di demarcazione tra passato e presente. L’informatica ha preso possesso di ogni branca delle attività umane e in taluni casi si è sostituita ad esse, vanificando la presenza dell’essere umano. L’Intelligenza Artificiale, che rende arcaica qualsiasi ardita fantasia di Asimov, oggi è in grado di creare contesti visivi e concettuali, semplicemente a richiesta. Grazie ad essa è possibile influenzare le masse, veicolare il pensiero, influire sulle elezioni politiche. Con l’I.A. Possiamo fare a meno di scrittori e giornalisti, ma in fondo anche di artisti e creativi.
Sistemi intelligenti
Meccanismi sofisticati regolati dal chip, consentono selezioni e test di materiali e prodotti. Algoritmi intelligenti leggono i comportamenti e inducono bisogni ai consumatori. Semafori intelligenti regolamentano il traffico e bombe intelligenti regolamentano il conteggio anagrafico. Automobili che sanno parcheggiare da sole e applicazioni che aiutano a ricordarci quanto dobbiamo mangiare e bere. Poi ancora telelavoro, telemedicina, collegamenti in tempo reale che mostrano disastri e stragi, docenti a distanza che fanno lezione. Ma anche collegamenti con lo spazio, col fondo degli oceani. La tecnologia ci aiuta a non sbagliare strada e a sapere prima dove siano gli autovelox (intelligenti anche loro). Ci sono innumerevoli esempi di intelligenza al servizio dell’uomo che ci vorrebbe un App per contarli tutti.
Pensare positivo
Quel giornalista intelligente forse aveva anche previsto che qualcosa sarebbe potuta sfuggirci di mano, che potenzialmente poteva sovrastare il pensiero autonomo, ma se ne guardò bene dall’istillare questo dubbio. Quando la carrozza a cavalli cedette il passo all’automobile probabilmente in pochi pensarono agli incidenti, concentrandosi invece sui vantaggi di quella “carrozza a motore”. Stessa cosa valse per gli aeroplani o per tutti quei mezzi di terra, aria e acqua che consentono spostamenti di cose e persone. La filosofia che deve prevalere è l’ottimismo, anche perché sarebbe inutile e deleterio tentare di bloccare un’innovazione solo per la paura del nuovo.
Il cammino dell’uomo è indirizzato su questa strada, il “tutto e subito” deve anteporsi ad ogni altra logica. E seppure si dovesse perdere occupazione o mettere a repentaglio qualche vita umana, o ancora, mortificare il pensiero autonomo, pazienza. Sono semplicemente gli effetti collaterali del progresso.
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