Il solito turno di lavoro per l’autista del tram 514, le solite femate, le facce già incrociate altre volte, il solito percorso. Tutte cose che sanno tanto di tranquilla routine, ma qualcosa doveva turbare la monotonia delle cose, qualcosa di cui francamente il dipendente Atac avrebbe fatto volentieri a meno. In pochi attimi è successo di tutto: sangue, vetri infranti, sirene e paura. Una scena da far tremare i polsi, consumata alla luce del giorno.
I fatti
Tutto accade il mattino di venerdì 2 maggio, quando il mezzo giunge al capolinea e il conducente, un uomo rodato da 24 anni di servizio, nota un passeggero rimasto a bordo. Un passeggero, 48enne di origini marocchine, sembra immerso in un sonno profondo, abbandonato su un sedile come fosse parte dell’arredo. Il conducente lo chiama, lo scuote, ma non ottiene nessuna reazione. Allora scende, bussa al finestrino. Un gesto semplice ma che evidentemente fa cambiare tutto, fa precipitare gli eventi.
Una reazione spropositata
Come un’esplosione improvvisa, l’uomo si ridesta e la furia prende il sopravvento, le parole si alzano di colpo, si infiammano. Un collega accorre per tentare di riportare la calma e l’aggressore scende dal tram. Pare finita. Ma è solo il preludio.
Pochi attimi dopo si scatena l’inferno. L’uomo, in preda a una rabbia cieca, brandisce il collo spezzato di una bottiglia e lo scaglia con forza contro il tram, mandando in frantumi un vetro laterale. Ma non si ferma. Come se avesse perso ogni freno, colpisce con altri oggetti. L’autista viene raggiunto alla testa, al braccio, alla schiena. Una raffica brutale.
Chiesto aiuto ai carabinieri
Ferito, scioccato ma cosciente, l’autista riesce a dare l’allarme. Alcuni passanti, testimoni atterriti, avevano già contattato le forze dell’ordine. I carabinieri della stazione Tor Tre Teste arrivano in pochi minuti. Anche loro diventano bersaglio della furia. Solo con grande fatica riescono a immobilizzare l’aggressore, che viene arrestato in flagranza.
Autista in ospedale e tram al deposito
Il conducente viene portato all’ospedale Vannini. Il tram, devastato nella parte anteriore, è fuori servizio. Ma il danno più grave è invisibile: è la paura, il senso di vulnerabilità che si insinua tra chi ogni giorno, dietro un volante, garantisce il diritto alla mobilità.
La denuncia del sindacato
Gianluca Donati e Antonio Cannone, segretari FAISA CISAL Roma e Lazio commentano l’episodio. “Non è la nazionalità a spaventarci, ma il clima tossico e violento in cui siamo costretti a lavorare. Le aggressioni non sono più eccezioni. Sono diventate quotidianità”. I sindacalisti ammettono di comprendere i tanti problemi legati al Giubileo ma, precisano che è necessaria una maggiore garanzia di sicurezza per gli operatori.
Foto del tram danneggiato tratta da: casilinanews.it