Tra Stati Uniti e Unione Europea, Donald Trump decide che è il momento perfetto per rispolverare il suo megafono e tornare a seminare scintille. Secondo il Financial Times, Washington starebbe fantasticando l’idea geniale di piazzare dazi del 17% sui prodotti agricoli europei. Una mossa elegante e misurata, che il quotidiano britannico descrive con affetto come una “drammatica escalation” della guerra commerciale transatlantica.
Pare che dietro le quinte, tra una fonte anonima e l’altra, Trump stia scalpitando perché Bruxelles smetta di preoccuparsi della sicurezza alimentare. Cominciando invece a facilitare la vita delle aziende americane. E magari anche ad esportare meno di quanto importa dagli Usa. Già, è proprio così!
L’Ue: ottimisti sì, scemi no
Il 9 luglio scade la famigerata “tregua commerciale”. Se non si arriva a un accordo, prepariamoci al grande salasso: dazi per tutti. Con un bel pacchetto extra su acciaio, alluminio e automobili – per chi avesse nostalgia. L’Ue, in tutta la sua proverbiale calma zen, continua a puntare sulla diplomazia. “Durante l’ultimo round c’è stato qualche passo avanti”, fa sapere un portavoce della Commissione, fingendo che la speranza non sia ancora finita. Ma anche lui ammette che l’incubo del “no deal” è sempre lì, pronto a bussare. E quindi, con l’aria di chi ha già comprato l’ombrello prima della tempesta, dice: “ci stiamo preparando al peggio”.
Meloni e la diplomazia al telefono
Nel frattempo, Giorgia Meloni ha avuto una chiacchierata telefonica col presidente americano, durante la quale si è parlato – tra una nota geopolitica e l’altra – anche di dazi. Ma… nulla di vincolante: “Non posso dire cosa succederà”, ha detto candidamente la premier, “è roba da Commissione Ue”. L’Italia, dal canto suo, ha fatto il massimo: una diplomazia “franca ma costante”, sottolinea Meloni – che in traduzione libera sembra suonare come: “ci abbiamo provato, giuro”.
Foto: Il Post