Siamo alla raccolta delle firme nell’epica saga della mobilità nel municipio XIII di Roma, una storia ormai più lunga di una coda all’ufficio postale. Archiviata l’idea della funivia Casalotti-Battistini, bocciata dall’amministrazione Gualtieri, ora l’attenzione si sposta su un mezzo di trasporto più concreto, più verde e, soprattutto, con i piedi (anzi, le ruote) per terra: il BRT (Bus Rapid Transit).
Consigliera di Azione
A capitanare questa crociata su gomma è Claudia Finelli, consigliera municipale di Azione, che ha deciso di lanciare una petizione popolare. L’obiettivo è spingere l’amministrazione a finanziare un progetto di trasporto pubblico prima che diventi archeologia urbana. Il BRT promette l’ebbrezza di una metro leggera, ma senza scavare neanche una buca.
“La petizione serve a dare una svegliata a chi di dovere”, dichiara Finelli. Perché di tutte le soluzioni mai partorite, questa è quella che almeno sembra realizzabile senza ricorrere a rimedi da fantascienza.
Un percorso breve ma importantissimo
Il piano prevede un tracciato di circa 5 km, che collegherebbe Battistini a Casalotti, passando per luoghi mitologici del traffico. (Acquafredda, Torrevecchia, l’Unicusano e la Collina delle Muse). E niente cabine sospese nel cielo, ma autobus elettrici su corsie preferenziali, insomma, un modo di viaggiare che somiglia a quello civile.
“La questione Casalotti-Boccea è ancora lì, come il cassetto della cucina che non si chiude mai”, aggiunge la consigliera. E sottolinea come il BRT sia l’unica proposta che abbia ancora un contatto con la realtà, a differenza della metro a Torrevecchia, che potrebbe arrivare giusto in tempo per la pensione dei millennial.
In altre città come Rimini, Riccione e Catania, il BRT è già realtà, e non solo nei rendering. Presto arriverà anche a Perugia e Bari, e Roma potrebbe unirsi al club esclusivo dei Comuni che hanno capito che i bus non devono per forza andare alla velocità del bradipo.
Per ora è solo un progetto chiuso in un cassetto
Al momento, però, il BRT tra Battistini e Casalotti è poco più di un’idea scribacchiata su carta, come le promesse elettorali. Ed è proprio per evitare che resti un sogno da fermata immaginaria che è partita la raccolta firme.
Con Finelli, anche la consigliera comunale Flavia De Gregorio, che si è detta pronta a portare la questione direttamente in Campidoglio. Magari sperando che almeno lì qualcuno prenda il BRT sul serio.
In sintesi: il futuro della mobilità a Casalotti potrebbe dipendere da una penna, qualche firma e tanta, tanta pazienza. Che la corsa cominci.
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